Penny ci ha lasciato tra il 2006 e il 2007. Contestualmente all’ischemia cardiaca di Anacleto. Mentre il cuore di Anacleto lentamente diventava un pezzo di muscolo da buttare via, probabilmente Penny veniva fatta fuori per scopi medici. Per riparare anche il cuore di Anacleto. Anacleto dal 2007 vive con un cuore rimodellato e ristrutturato grazie a due patch (si chiamano così) di tessuto bovino, grazie a Penny insomma. Sì e grazie a Ernesto, il mitico chirurgo che l’ha operato. uno dei gatti si chiama come lui (e come Che Guevara, e come Hemingway, e come il romanzo di Saba, ma anche come il chirurgo). Parentesi inutile: prima di conoscere Ernesto avevo un’immagine mentale delle mani dei (cardio)chirurghi molto specifica. Mi immaginavo mani affusolate, dita lunghe e sottili, oggetti preziosi e delicati. Ernesto è un ometto buffo, basso basso e con due manone cicciottose e tozze, come lui. La prima volta che gliele vidi presi paura. No, quelle mani non entreranno mai nel torace di Anacleto. Poi mi ha stretto la mano e a momenti me la rompe e allora ho capito che sì manine delicate e affusolate ma ci vuole una grande forza per operare un cuore e quindi Ernesto ok mi hai convinto, ti concedo il privilegio di salvare la vita di Anacleto.
Jude invece si è sacrificata tra il 2015 e il 2016. Accennavo ogni tanto a delle circostanze, a dei problemi… il problema è sempre quello, il cuore di Anacleto. Il cuore di Anacleto che per quasi 9 anni ha funzionato bene ma che a un certo punto ha ricominciato a dare problemi. La valvola aortica, troppo chiusa. Dai 2cm di una persona normale ai 4mm di Anacleto. Inspiegabilmente asintomatico. E così il 26 gennaio la valvola del pericardio di Jude è finita a sostituire quella serrata di Anacleto. L’hanno fabbricata in Minnesota. Un bel po’ di strada ha fatto. Fun fact: Minnesota e Mantova hanno la stessa sigla, MN. Un mese di ospedale, tra pre e post intervento, Anacleto è uscito mercoledì. Non credo che chiamerò nessun animale come il chirurgo, Manfredo. Bravo è stato bravo, ma l’ho visto giusto due minuti dopo l’operazione in cui mi ha detto che era andato tutto bene e poi se ne è andato. Ok che era il primario ma per intitolare un gatto a lui ci vuole ben di più. Sorry Manfredo. Ernesto non si batte. Non mi hai nemmeno stretto la mano, non so nemmeno se hai le mani da pianista o da muratore.
Queste le circostanze, questi i problemi. E’ stato un mese pesante, ma previsto e quasi rivissuto. 9 anni fa è stato molto simile, con un’unica grande differenza: mia mamma. Non ne parlo spesso perché al momento non c’è molto da dire, ma mia mamma era una roccia e adesso ho dovuto affrontare tutto senza una roccia, ma ce l’ho fatta. Previsto perché a ottobre quando hanno iniziato a parlare di stenosi aortica severa io ho subito capito tutto, mi sono iscritta a scuola guida (ecco spiegato il perché) e ho sperato che non succedesse nulla in attesa dell’inevitabile intervento. Il tutto senza dire niente ad Anacleto perché poi mi dice che porto sfiga e quindi bisogna tacere. Me la sono cavata, bene. Ho avuto dei momenti di difficoltà ma tutto sommato li ho gestiti discretamente. Sempre da sola. Lei è da sola? Non c’è nessun altro? le due domande che mi venivano rivolte più spesso. Forse mi guardavano, vedevano Jabba the Hutt e pensavano che poveraccio Anacleto guarda chi gli è toccato in sorte ad aspettarlo. Oppure, come tutti quanti, pensavano che io fosse una specie di ritardata che non capiva, ma questo è normale perché sono dottori e i dottori trattano tutti così, con condiscendenza. E’ stato più difficile tenere a bada Sorella Luna e Fratello Sole, totalmente inutili dal punto di vista del morale. Dal punto di vista materiale ok, accetto l’inutilità, sono anziani e invalidi. L’inutilità dal punto di vista del sostegno immateriale invece è stata una cosa disgustosa. Minuti e minuti al telefono a sentirli piangere e lamentarsi, ma vaffanculo. E che cazzo.
Il silenzio è la cosa più straordinaria che esista in natura, lo si può interpretare in chiave filosofica e artistica ma alla fine è costituito semplicemente dall’assenza di rompicoglioni nelle vicinanze. (Marco Presta)
Anacleto a volte rompe i coglioni. Capiamoci, spesso li rompo anche io. Non so come fare a scrivere quello che ho in testa senza risultare una persona eccessivamente brutta. Facciamo un ragionamento. Mettiamo che abbiate vissuto da soli per 4 anni. E che durante questi 4 anni voi siate stati benissimo a vivere da soli. Le circostanze vi portano a dover tornare a casa casa, per rimanerci, solo che a casa casa non siete più da soli. E quindi lentamente vi abituate alla condizione di nonsolitudine, fate fatica, cercate di ritagliarvi dei momenti vostri ma ripensate ai 4 anni di vita in solitaria e sospirate. Mettiamo che per circostanze gravi tornate a vivere da soli. Dopo il primo impatto, i primi giorni difficili, superati i momenti più brutti, vi trovate sempre da soli ma tranquilli e sereni, perché tutto sta andando bene. Mettiamo che vi piace proprio vivere da soli, lo sapevate anche prima ma adesso ne avete la conferma. Dopo una giornata a contatto con il mondo tornare a casa, chiudere il mondo fuori, essere avvolti dal silenzio e dalla quiete è per voi la cosa migliore del mondo. Mettiamo che però, fortunatamente, la persona che si era assentata torni. E voi siete contenti, ma anche combattuti. Perché insomma è così. Io sono combattuta. Gliel’ho anche detto. Si è messo a ridere. Pensa che non sia seria. Ok, forse è meglio così.
Anacleto cuore di mucca. Almeno lui un cuore ce l’ha, dico io, a differenza mia che invece vabbè. C’è un romanzo della Tamaro che si chiama Cuore di Ciccia, forse è il mio. Adesso torno ad essere una persona allegra e ottimista e gradevole e socievole che per fare la punta al cazzo a tutto e a tutti ho il blog e twitter.
Ps. a breve qualche aggiornamento sulla scuola guida, ma non vi preoccupate, faccio sempre cagare, so che stavate in pensiero, magari pensavate che ero migliorata e invece no, sempre schifo.