Si sta in famiglia,ci si scervella per i regali,si litiga per l'albero e per il presepe,si organizzano giocate con gli amici e ci si butta a capofitto nelle maratone di film,telefilm e cartoni animati. Basta? No,con l'arrivo delle vacanze,natalizie o meno che siano,in molte donne germoglia il seme della cuoca provetto.Esce,insomma,la Parodi che tutte noi teniamo ben celata durante i pranzi veloci fatti di panini,tramezzini,insalate e confezioni di surgelati a go go.
<<Ahhh,finalmente ho un poco di tempo per provare quella ricetta che ho visto su quel sito di cucina creativa....>>
Brava. Ma sai come approcciarti ai fornelli?
Vengo e mi spiego; in un'era fatta di fast food,diete minimaliste e tempo sempre più scarno, noi giovani donne non siam certo delle bravissime cuoche,soprattutto non ai livelli delle nostre nonne e delle nostre mamme.
Perchè si sa che una nonna e una madre,specialmente se originarie del Sud Italia,son ben capaci di preparare un pasto completo per venti persone in meno di un'ora partendo direttamente dalla coltivazione,dall'allevamento e dalla produzione degli ingredienti più importanti (aka verdure,frutta,carne,uova e latticini).
Ed è ben chiaro che riescano pure a non bruciare niente (salvo i casi in cui si mettano al telefono con la comare) pur dovendo badare contemporaneamente a circa trenta pentole sui fornelli e tre teglie nel forno. E noi? E noi ciccia.
Eppure,tra internet,geni materni in circolo e programmi culinari,il pallino da cuoca provetta ci coglie all'improvviso,portandoci ad immaginare noi stesse in versione Nonna Papera.
Ci immaginiamo lì,vestite con tailleur, girocollo di perle e tacco 12,mentre impastiamo amorevolmente ciò che poi sarà una torta bellissima;ci vediamo con la Sac à poche in mano per decorare ciò che prima abbiam glassato e che successivamente inforneremo.
Il tutto,in una cucina linda e splendente senza alcuna nube tossica di farina nell'aria e senza puzza di uovo crudo caduto a terra misto a candeggina per pavimenti.
<<Guarda guarda che cos'ha fatto la Carla!Cheesecake doppio strato carpiato con vaniglia,frutto della passione e glassa al cioccolato bianco...e io? Cosa sono? Ciccia Pasticcia? Se c'è riuscita lei ci riuscirò anch'io!>>
Già,che ci vuole per una che riesce a render immangiabile anche la torta fatta con il preparato Cameo?
Indi per cui poscia,il nostro ego smisurato ci indirizza in quella che è la cucina,terra di frittura e caffè bruciato.
<<Allora, mi serve una ciotola, il formaggio, gli aromi, quello...quell'altro....>>
Sistemato tutto l'ambaradan inizia il vero e proprio calvario: aspettativa contro realtà.
Uova che cadono a terra o che non vogliono sapere di rompersi sul bordo della ciotola,Philadelphia che non vuole staccarsi dal contenitore a meno che non si imprima una forza tale, alla leva creata con il cucchiaino, da catapultare il tutto contro la finestra,fiala dell'aroma di vaniglia che non si apre nemmeno forzandola con i denti...e questo solo per sistemare gli ingredienti.
Successivamente,come logica vuole,si passa alle dosi.
Ora,se si è munite di tablet,portatile o libro di cucina,bene o male si riesce a dar vita a qualcosa di mangiabile.
Se,invece,ci si intestardisce sul vano concetto dell' "andare a occhio",c'è il rischio di creare più un impasto esplosivo che un dolce.
Soprattutto se si vuole preparare qualcosa per un numero superiore di persone rispetto la ricetta originale.
<<Perciò,qui c'è scritto che queste dosi vanno bene per sei persone. Noi,stasera,saremo quindici e allora se 400gr di latte sta a 6 persone allora X sta a 15 dunque 15x400.....maledizione a me che durante le ore di matematica al liceo invece di ascoltare il prof contavo le doppie punte!>>.
Ordunque,riponendo le proprie speranze sul corretto utilizzo della bilancia analitica e sulla conoscenza della capacità media di un cucchiaino da caffè,facendo le giuste proporzioni tocca alla frusta,elettrica o meno che sia.
Ahh,la frusta! Quale mezzo migliore per cambiare tonalità alle pareti?
Non avendo mai acquisito la giusta mano per utilizzare tale aggeggio,il 90% delle volte succede che quanto mescolato con somma cura vada irrimediabilmente ovunque meno che nella teglia.
Tavolo imbrattato,muri a chiazze,cappa della cucina intasata dall'impasto...proprio come "succede" a Belen nella pubblicità progresso che passano di questi tempi in tv.
Solo che noi non abbiam nessuna controfigura di nostro figlio pronto a scattarci delle foto imbarazzanti da mandare via WeChat a nostro marito.
Comunque...dov'ero arrivata? Ah,sì,al passo numero "mi son persa".
Finita questa battaglia tra noi,la frusta e l'impasto,tocca alla posa nella tortiera. Domanda: che differenza corre tra una tortiera e una teglia qualsiasi?
Cioè,quella per fare i ciambelloni è nota a tutte poichè munita di un cono privo di punta al centro che permetterà di sfatare il detto "non tutti i ciambelloni vengono con il buco".
Ma le altre? Sì che esistono quelle con la cerniera laterale e questo dovrebbe venirci in soccorso...ma per chi non ha tali innovazioni?
Come si fa a distinguere la tortiera da una normalissima pirofila?
E quale usare? Quella di vetro o quella in cotto? Quella in silicone a forma di cuore o quella in acciaio?
Per questo,presa la prima che s'è trovata,si versa quanto rimasto dell'impasto. E,com'è ovvio che sia,s'è scelto il contenitore meno capiente. Quindi,recupera quanto versato e trasportalo in un'altra tortiera un pelo più grande.
Bene,e adesso? Adesso si inforna il tutto. Ovviamente,anche in questo caso si va ad occhio e a calcolo trigonometrico poichè alla fin fine,basta fare il controllo "spaghetto crudo" per capire il grado di cottura.
Chiariamoci; con il "metodo spaghetto crudo",in teoria, si dovrebbe infilzare la torta per vedere quanta "acqua" viene assorbita dalla pasta filiforme usata.
In teoria. Perchè nella pratica e grazie alla nostra ingente sfortuna,capita spesso che si infilzi la torta nell'unico punto in cui tutta "l'umidità" s'è prosciugata,facendoci così credere che sia pronta o,al contrario,si infilza lì dove è rimasto ancora un poco di umido,facendo sì che la torta rimanga oltre il tempo massimo dentro il forno.
Abbreviando il tutto,ecco che giunge il momento in cui si deve estrarre la propria opera dal suo contenitore.
Qui,il dramma dei drammi. Se la tortiera ha la cerniera,buon per voi.
Se,invece, non ha la cerniera e,ovviamente,avete dimenticato di imburrare la teglia,l'estrazione
Si useranno lame acuminate senza tener conto del rischio amputazione falangi,si sbatterà la teglia capovolta contro piatti e ripiani, e si cercherà di forzare la sopracitata tortiera sperando di non romperla in due fino a quando la torta non cadrà sul piatto.
Oddio,diciamo che,il più delle volte,ne cade solo la metà se non meno.
Raccattato quanto rimasto attaccato nella teglia e cercato di ricomporre alla bene a meglio il tutto,l'esperienza da Suor Germana si conclude con la decorazione.
Ponendo il fatto che si voglia fare una glassa di cioccolato bianco,per dar vita a questa copertura si metterà un pentolino a mollo in una pentola più grande,sperando che il bagnomaria faccia il suo dovere.
Logicamente,a seguito della presunta formazione della glassa,seguirà la guarnizione con quell'ammasso lontanamente cremoso che colerà dai bordi della torta,del pentolino e del tavolo.
Oh,finalmente la torta è pronta. Mo' tocca mangiarla sebbene,a prima vista,non ispiri alcun languorino.
<<Oddio,è troppo brutta non posso postare la sua foto su *inserire socialnetwork*. Però,magari,è buona...l'assaggio? No,prima che mi senta male....>>
Donne,siam sincere. A chi faremo mai assaggiare il nostro Frankenstein? Al povero Igor?
No. Al nostro uomo!
<<Ammmmmoooreeeee,t'ho fatto una torta!>>
<<Dov'è? Dietro quella zolla di terra ricoperta di calcestruzzo?>>
<<No.Quella è la torta.>>
<<Io l'assaggio,ma se mi sento male scriverò le mie ultime volontà con il tuo sangue sul tavolo.>>
<<Cosa credi,di essere a Cuochi e Fiamme?>>
<<Magari amore mio,magari....>>
<<Sì? E allora da domani puoi andare a mangiare fuori,perchè io non cucinerò più nulla!>>
<<E' una promessa?>>