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Curiosity, il cratere Gale e il ghiacciaio di 3.500 milioni di anni fa

Creato il 27 giugno 2014 da Aliveuniverseimages @aliveuniverseim

Aeolis Mons - Marte / Terra

A sinistra: Aeolis Mons (cratere Gale, Marte) - A destra: ghiacciaio Breiðamerkurjökull (Islanda, Terra)
Credit: CTX-MRO-NASA/Google maps

3.500 milioni di anni fa il cratere Gale su Marte era coperto da ghiacciai, soprattutto sul tumulo centrale, il Monte Sharp, alto 5,5 chilometri, meta della missione del rover della NASA Curiosity, che ha festeggiato un anno marziano, 687 giorni terrestri, proprio questa settimana, il 24 giugno.

Acqua liquida e fredda scorreva attraverso fiumi e ruscelli, raggiungendo i laghi nelle zone più basse, formando paesaggi simili a quelli che possiamo trovare in Islanda o Alaska.

Questo sarebbe lo scenario suggerito dalle immagini orbitali.

Nonostante Marte oggi appaia arido e polveroso, sono tutti più o meno concordi nel sostenere che nel passato, deve aver ospitato grandi quantità d'acqua ma i suoi cicli idrogeologici globali erano molto freddi e probabilmente, i bacini di allora, erano ricoperti da ghiacciai, come l'antico oceano delle pianure settentrionali.

Qui sotto una nostra ipotesi e simulazione amatoriale pubblicata nel 2012 sul nostro album di Flickr:

Ora, un team di ricercatori ha confermato questa immagine del pianeta a livello locale, almeno per il cratere Gale, dove Curiosity sta girovagando.

"Questo cratere è stato coperto da ghiacciai circa 3.500 milioni di anni fa, particolarmente ampi sul suo tumulo centrale, Aeolis Mons", spiega su SINC il ricercatore a capo dello studio, Alberto Fairén, del Centro de Astrobiología (INTA-CSIC) in Spagna e della Cornell University negli USA.

"Tuttavia, a quel tempo c'erano anche fiumi e laghi con acqua allo stato liquido molta fredda nelle zone più basse all'interno del cratere".

I risultati arrivano dall'analisi delle immagini delle fotocamere HiRISE e CTX dal Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) della NASA e della HRSC a bordo della sonda Mars Express dell'ESA.

Le foto hanno rilevato la presenza di bacini concavi, strutture lobate, resti di morene e depositi a forma di ventaglio che indicano l'esistenza di antichi ghiacciai nel Gale, che sembrano essere molto simile ad alcuni sistemi glaciali osservati sulla Terra oggi.

"Per esempio, c'è un ghiacciaio in Islanda conosciuto come Breiðamerkurjökull, che mostra evidenti somiglianze con quello che vediamo nel cratere Gale e supponiamo che sia simile a quello che copriva il tumulo centrale del Gale in passato", dice Fairén.

Lo studio mostra anche immagini di altri sistemi glaciali terrestri corrispondenti a quelli di Marte, come il ghiacciaio Malaspina (dal nome del famoso marinaio al servizio della Marina spagnola) in Alaska, o altri situati nelle regioni settentrionali del Canada e Antartide.

Secondo Fairén, Curiosity potrebbe trovarne le prove, anche su piccola scala.
Il ricercatore sottolinea anche che questa ricerca "fornisce un forte supporto locale per il modello globale di un antico ambiente marziano 'freddo e umido' e spiega, sia le tracce geologiche della presenza di acqua liquida nel passato che coprono l'intero pianeta, sia i modelli climatici che hanno dimostrato che Marte non è mai stato un pianeta caldo".

Nel caso specifico del cratere Gale, si ritiene che sia stato scavato dall'impatto di un enorme meteorite 3.600 milioni di anni fa e ricoperto da ghiacciai poco dopo.

"E' anche possibile che l'area di impatto fosse coperta da ghiacciai ancor prima della collisione e in tal caso altri ghiacciai avrebbero ricoperto il cratere in poco tempo", spiega il ricercatore.

Fairén, alla fine, si lascia andare anche a qualche speculazione: l'energia arrivata con l'impatto e i ghiaccia presenti avrebbero potuto generare quell'ambiente ricco di fonti idrotermali, favorevole alla vita.

"The energy delivered after the impact, combined with the ice on the surface, could have generated very interesting environments from an astro-biological point of view, like hydrothermal areas for example"

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Planetary and Space Science.

Dopo l'ultima fermata a Kimberley, alla base del Monte Remarkable, dove ha eseguito la sua terza perforazione, Curiosity ha ripreso con buon ritmo il percorso verso il Monte Sharp, target finale della missione.
Il rover entrerà nella zona di interesse da una sorta di lacuna di sabbia, che orla il fianco settentrionale della montagna, a meno di 4 chilometri di cammino dalla sua posizione attuale.

Curiosity sol 647 MastCam left

Curiosity sol 647 MastCam left
"Courtesy NASA/JPL-Caltech" processing 2di7 & titanio44


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