Sul Pianeta Rosso ferve l’attività di Curiosity, impegnato nella campagna di studio in un’area denominata Bagnold Dunes (nella foto). La zona è caratterizzata da dune di sabbia scura lungo il fianco nordoccidentale del Monte Sharp. In particolare gli strumenti del rover della NASA si sono concentrati su Gobabeb, il sito individuato per la campionatura sulla Namib Dune. Per la raccolta dei campioni da Gobabeb, raggiunto il 12 gennaio 2015, Curiosity utilizza due setacci che sono tarati su differenti misure dei granelli di sabbia. Il setaccio a maglia più larga è stato usato per la prima volta e il suo impiego ha comportato cambiamenti nella procedura di invio dei campioni al laboratorio di analisi interno all’infaticabile esploratore marziano.
Al momento la missione è focalizzata sullo studio del movimento delle dune sabbiose che può costituire un’utile testimonianza delle condizioni ambientali di Marte nel passato. Infatti, l’analisi condotta sulle dune fornirà al team scientifico del rover informazioni preziose su come il vento abbia spostato e distribuito sabbia di differente grandezza e composizione, in condizioni atmosferiche e gravitazionali differenti rispetto alla Terra.
E’ la seconda volta che Curiosity preleva dei campioni. Dopo l’esperienza sull’ammasso di sabbia denominato Rocknest nell’autunno 2012, il rover si era dedicato allo studio di materiali rocciosi ed aveva sempre utilizzato il trapano. Nell’immagine in basso a destra, CHIMRA (Collection and Handling for In-Situ Martian Rock Analysis), lo strumento preposto all’analisi dei campioni prelevati dalla paletta di raccolta (evidenziata in rosso).
La procedura ha contemplato un iniziale transito del materiale prelevato al primo setaccio che ha ‘respinto’ le particelle troppo grandi, passandole al secondo setaccio. Anche in questo caso, il materiale è andato a finire nel già citato laboratorio.
Curiosity, lanciato con la sonda Mars Science Laborary il 26 novembre 2011, è giunto a destinazione – il Gale Crater di Marte– il 6 agosto 2012. Nel 2014, dopo aver studiato gli affioramenti rocciosi vicini alla zona del landing, ha raggiunto la base del Monte Sharp. Da allora ha iniziato un fruttuoso studio delle condizioni ambientali di Marte, soprattutto per comprendere come il pianeta sia passato da condizioni favorevoli alla vita microbica a quelle attuali.
Fonte: Media INAF | Scritto da Valeria Guarnieri