Curiosity setaccia la sabbia marziana

Creato il 24 gennaio 2016 da Aliveuniverseimages @aliveuniverseim

Curiosity è ancora impegnato nel campo di dune attive "Bagnold", che riveste il fianco nord-occidentale del Monte Sharp, l'alto tumulo al centro del cratere Gale. Dopo aver effettuato un giro di ricognizione fino a spingersi sopra la sabbia, ha iniziato una campagna di campionamento della .

Il rover è fermo ormai da diversi sol. Qui sotto le statistiche aggiornate al sol 1232 (23 gennaio 2016) su odometria totale, drive, velocità ed elevazione (per restare aggiornati seguite i di Marco Di Lorenzo!) e una mappa con le ultime posizioni fino al sol 1221 (12 gennaio 2016).

Credit: Marco Di Lorenzo

Curiosity: route map aggiornata al sol 1221
Credit: NASA/JPL-Caltech/Univ. of Arizona / Phil Stooke, University of Western Ontario

Il rover sta utilizzando una nuova tecnica su Marte. I campioni raccolti tramite " sccop", ossia tramite paletta sono stati setacciati e divisi per granulometria prima delle analisi. Il target è una zona della duna Namib chiamata " Gobabeb", che Curiosity ha raggiunto il 12 gennaio.

" E' stato abbastanza difficile guidare nella sabbia e girarsi nella posizione migliore per studiare la duna", ha detto nel report Michael McHenry del Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena, California.

Questa è solo la seconda volta in cui Curiosity raccoglie materiale con la paletta da quando è atterrato nel cratere Gale ad agosto 2012. Il primo utilizzo risale ad ottobre 2012, quando aveva scavato tra la polvere e la sabbia depositata per azione eolica a Rocknest.

L'indagine al campo di dune Bagnold è la prima su dune attive effettuata in situ ad di fuori dalla Terra.
Le immagini orbitali ad alta risoluzione riprese con la fotocamera HiRISE a bordo della sonda Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) hanno mostrato che queste dune si spostano di circa un metro ogni anno terrestre e che la loro composizione non è uniforme.
A differenza delle semplici increspature, queste mostrano un versante sottovento piuttosto ripido e, invece di essere ricoperte da polvere chiara, sono scure a causa di una composizione basaltica, a base di olivina e cristalli di pirosseno.
Gli scienziati usano il loro movimento per studiare la circolazione dei venti all'interno del cratere, mettere a punto i modelli meteorologici e comprendere come si ordinano di conseguenza le particelle di sabbia su un pianeta con meno atmosfera e gravità rispetto al nostro.

Il sito Gobabeb è stato scelto perché include increspature di recente formazione e lo studio delle caratteristiche del moderno ambiente marziano può aiutare ad interpretare le variazioni e le ondulazioni visibili nelle antiche arenarie.

Il primo scoop è stato raccolto il 14 gennaio (sol 1223) ed è stato setacciato bloccando le particelle più grandi di 150 micron.
Il secondo, prelevato il 19 gennaio (sol 1228), è stato prima setacciato a 150 micron per allinearlo al campione precedente e, poi, ulteriormente filtrato lasciando cadere le particelle più grandi di 1 millimetro. La frazione di sabbia rimasta sul setaccio è stata inviata ai laboratori del rover.
" Quello che abbiamo lasciato sono praticamente grani più piccoli di 1 millimetro e più grandi di 150 micron", ha spiegato J ohn Michael Morookian del JPL. Morookian continua descrivendo il procedimento: " iniziamo a vibrare e ad inclinare gradualmente lo scoop e il materiale scivola via dalla paletta". Questa roba non può essere lasciato cadere nella CheMin perché è troppo grande per la diffrazione di raggi X ma può essere analizzata con il SAM.

Curiosity MastCam right sol 1229.
I due cumuli di materiale scartato per granulometria dal secondo scoop (A e B), analizzati dal laser della ChemCam.
Credit: NASA/JPL-Caltech - Processing: Elisabetta Bonora & Marco Faccin / aliveuniverse.today

Oltre che con la sabbia, il team di Curiosity è alle prese anche con il test di AEGIS ( Autonomous Exploration for Gathering Increased Science), un software utilizzato per la prima volta su Marte con Opportunity, per consentire al rover di scegliere autonomamente gli obiettivi della ChemCam.