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Curioso attacco delle vecchie larve Pdl ad Antonio Agazzi. Tre candidati per una poltrona nel cda del San Domenico, e appoggio di Agazzi a Boldi (M5S) come presidente della commissione di Vigilanza

Creato il 12 giugno 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Agazzi è stanco di subire l’oppressione di chi ha vinto male e governato peggio. Il centrodestra non ha dato buona prova in Provincia, né a Cremona né a Crema, le vittorie non hanno espresso un programma unitario e una capacità di governo ben definita.

Antonio Agazzi ha mantenuto il volto pulito di sempre, sin dai tempi del Liceo, ed è persona stimata a Crema, in grado di svolgere una campagna elettorale serena, corretta, in civile competizione con Stefania Bonaldi. Agazzi ha anche avuto la preveggenza, non miracolosa d’accordo, nell’individuare alcuni problemi della vincente Bonaldi (il rapporto con le sinistre). E ora viene attaccato dai satrapi del Pdl, dai vecchi potenti, quelli che hanno seguito la linea perdente su tutti i fronti, pur dopo una chiara serie di successi trainati dalla tivì di Berlusconi. Ma il partito non era in grado di amministrare: alcuni singoli sì, il partito no.

I vecchi del Pdl non mollano, e tramite Simone Beretta propongono un candidato consigliere del teatro San Domenico. Bertusi e Gallina un secondo candidato, e Agazzi un terzo.

Si nota che l’Inviatoquotidiano non nomina Mino Jotta, e nemmeno Cremaoggi. Siamo alle solite. Davvero il laico Luca Rossi, nuovo coordinatore provinciale, non ha nulla a che vedere con Jotta? Ma davvero? Non c’è stato un lieto compromesso? I laici sono minoranza, come fanno a esprimere un coordinatore provinciale senza allearsi con altri? Ovviamente salvaguardando gli equilibri. Per questo Luca Rossi si muove con prudenza. Un limite che l’ariete Bertusi non ha. Sempre numero due, sempre forte, ma non troppo, in Comune a Soresina come nel partito. Jotta avrebbe lasciato la poltrona del tutto, senza un accordo, un patto, come sarebbe normale? E Ancorotti si muoverebbe autonomamente, dopo essere stato trascinato nelle primarie dallo stesso Massimiliano Salini? Il partito dei vecchi leader non voleva Antonio Agazzi candidato sindaco. Neanche voleva le primarie! Probabilmente Chiara Capelletti ha appoggiato le primarie, altri innovatori pure. E il successo c’è stato, perché sono state organizzate in pochi giorni e hanno portato 1.200 persone circa  in tre soli punti di voto. Fabio Bertusi, della destra sociale,  è stato subito vicino ad Agazzi e l’ha sostenuto con energia, per quanto diversi siano. Agazzi è l’espressione migliore che il mondo cattolico ha trovato. Agazzi è riuscito ad evitare al centrodestra una sconfitta umiliante, anzi vergognosa, dopo cinque anni di amministrazione che tutti non vedono l’ora di dimenticare. Antonio Agazzi rilancia l’accusa di qualche tempo fa, a Gianni Rossoni, Enzo Bettinelli, a Simone Beretta (l’uomo di Rossoni), a volte fischiato addirittura in consiglio comunale.

Nella bufera ancora la cultura, la maledizione di Crema, ovvero la poltrona riservata in consiglio d’amministrazione al teatro San Domenico.  Che pare spezzare l’alleanza Agazzi-Bertusi. Inoltre Agazzi appoggia il candidato del movimento Cinque stelle come presidente della commissione garanzia, Alessandro Boldi, non la pidiellina Maria Laura Zanibelli. Ma il movimento Cinque stelle avrebbe un ruolo non politico bensì di garanzia. Una persona nuova messa alla prova, sostenuta da tutti, anche dalla maggioranza, nella commissione di Vigilanza. Scarsa fame di poltrone da parte di Agazzi? E’ un delitto? Cerca di aprire il partito? E’ un reato politico? Ma la condotta dei grillini, finora, non è stata ostile all’una o all’altra parte. Sinora hanno svolto un ruolo propositivo.

Agazzi, da parte propria, non può che andare dove lo porta il cuore cattolico, al centro. Ha scelto di essere se stesso.

p.z.

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