Curriculum e possibilità… secondo Wislawa Szymborska

Creato il 23 aprile 2015 da Philomela997 @Philomela997

Tra tutte le poesie di Wislawa Szymborska potevo scegliere certamente un tema intellettualmente più appagante. Potevo scegliere quelle di impegno politico; quelle sul Novecento, le sue promesse e suoi disastri, quelle sull’indifferenza degli oggetti che noi rivestiamo di significato e di memoria… mille temi potevo scegliere per appagare la fame di impegno culturale. Ma. La nuda, cruda quotidianità con le sue richieste, gli intoppi e gli obblighi ben poco intellettuali e culturalmente appaganti pretende il massimo della mia attenzione in questi ultimi tempi, quindi sorrido e applaudo a chi racconta con la poesia questa “superficie” delle cose da fare, della quale ci occupiamo ogni giorno, nella quale ci arrabattiamo ogni giorno (forse non tanto superficiale).

Scrivere un curriculum

Cos’è necessario?
E necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si è vissuto
il curriculum dovrebbe essere breve.
È d’obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e ricordi incerti in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all’estero.
L’appartenenza a un che, ma senza perché.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l’orecchio scoperto.
È la sua forma che conta, non ciò che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.

Possibilità
Preferisco il cinema.
Preferisco i gatti.
Preferisco le querce sul fiume Warta.
Preferisco Dickens a Dostoevskij.
Preferisco me che vuol bene alla gente
a me che ama l’umanità.
Preferisco avere sottomano ago e filo.
Preferisco il colore verde.
Preferisco non affermare
che l’intelletto ha la colpa di tutto.
Preferisco le eccezioni.
Preferisco uscire prima.
Preferisco parlar d’altro coi medici.
Preferisco le vecchie illustrazioni a tratteggio.
Preferisco il ridicolo di scrivere poesie
al ridicolo di non scriverne.
Preferisco in amore gli anniversari non tondi,
da festeggiare ogni giorno.
Preferisco i moralisti, che non mi promettono nulla.
Preferisco una bontà avveduta a una credulona.
Preferisco la terra in borghese.
Preferisco i paesi conquistati a quelli conquistatori.
Preferisco avere delle riserve.
Preferisco l’inferno del caos all’inferno dell’ordine.
Preferisco le favole dei Grimm alle prime pagine.
Preferisco foglie senza fiori che fiori senza foglie.
Preferisco i cani con la coda non tagliata.
Preferisco gli occhi chiari, perché li ho scuri.
Preferisco i cassetti.
Preferisco molte cose che qui non ho menzionato
a molte pure qui non menzionate.
Preferisco gli zeri alla rinfusa
che non allineati in una cifra.
Preferisco il tempo degli insetti a quello siderale.
Preferisco toccar ferro.
Preferisco non chiedere per quanto ancora e quando.
Preferisco considerare persino la possibilità
che l’essere abbia una sua ragione.

Wisława Szymborska, 25 poesie, Traduzione di Pietro Marchesani, I Miti Poesia Mondadori n. 57

Biografia dell’autrice: http://it.wikipedia.org/wiki/Wis%C5%82awa_Szymborska


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