Per sciogliere la metafora sul piano informatico, possiamo dire che un computer vuoto non può azionarsi e funzionare se in effetti non avesse istruzioni in memoria, in quanto appunto, spento. Nelle fasi iniziali dell’attivazione dei circuiti si serve pertanto di memorie suppletive ed incancellabili (ovvero che permangono anche senza alimentazione elettrica) che mantengono il famoso BIOS, un software di base che si occupa del lancio delle prime attività funzionali e del riconoscimento delle periferiche connesse al sistema (tastiera, video, memorie di massa, ecc..) . Una volta che la lista delle attività è terminata il BIOS non serve più e al suo posto appare il Sistema Operativo che è stato installato su quello specifico sistema. Gli esperti preferisco infatti parlare di sistema più che di computer, al contrario spesse volte l’utente generico non distingue il case dal monitor e crede che quest’ultimo sia il vero pc. Mondo Apple a parte evidentemente, che con iMac di tipo All-in-one è ormai famosissimo.
Tutta colpa del docente non è, evidentemente, come non ha tutta la colpa il militare attempato ovviamente. L’accelerazione dello sviluppo tecnologico è davvero grande e non pochi sono rimasti indietro.
Ma tale è, almeno dal mio punto di vista, la situazione media italiana. Ora senza che nessun se ne abbia ad offendere (perché già esperto) mi piacerebbe ricevere delle richieste su questo tema tramite commenti in questo post. Scrivendo la tua proprio in fondo a questo articolo. Non che ora io mi aspetti – con questa richiesta – una pioggia di contributi pubblici, ma andrebbero bene ance richieste private che io poi possa articolare in merito nuovi post con temi anche diversi.
Ma, spero che quel segmento della mia vita abbia avuto termine. Ora metto a disposizione del lettore di RSM, anche se non in modo strutturale e non puntuale (cioè con un appuntamento fisso) le mie competenze informatiche, nella speranza di costruire una piccola comunità e di continuare a suggerire nuovi look o stratagemmi tecnologici o politiche mediatiche a siti istituzionali, (per i privati sarei disponibile a contratto) che mal si muovono ancora nel settore dei New Media. Anche qui non tutta la colpa è delle istituzioni in quanto i Social Media e i Social Network sono un affare che riguarda maggiormente la persona privata che l’ente, ed anche se un’istituzione come la Scuola ricorre sui suoi siti web ai bottoni di condivisione sulle proprie pagine, ciò non vuol dire che questi vengano usati o che funzionano secondo le attese: ovvero serve necessariamente la formazione, o se volete almeno il coordinamento. Di certo un il bottone, pur necessario, un vantaggio ulteriore lo fornisce, specie rispetto ad una pagina statica e non interattiva. Ma tali bottoni funzionano tanto meglio, quanto meglio è strutturata la comunità virtuale di chi quel bottone, lo usa.
Ma faremo un passo alla volta. E, solo se il lettore vorrà! intanto veniamo al video che vi giro, e lo trovo comunque interessante, ma, vi è un ma, la giornalista intervistata purtroppo, pare non rispondere pienamente alle attese attivate dal titolo del video stesso. il titolo è “Mariapia Ebreo e la figura del Social media manager”. Ma fa peggio il paragrafo di sottotitolo, che dice “Intervista a Mariapia Ebreo, giornalista ed esperta di comunicazione, che spiega che cosa significa e come si fa a diventare Social media manager con consigli per diventare esperti di social network”. Il tutto consumato in 6 minuti circa. Non vi pare un’assurdità anche a voi? Di fatto non ha neanche elencato di cosa vuol parlare. A tratti però, grazie alla sue esperienza i Wired Italia, cita degli episodi interessanti che la qualificano meglio sul piano professionale, quando parla per esempio di “al jazeera“, la nota tv araba. Ma non anticipo altro.
La confusione forse, è un segno che dovrebbe tranquillizzarci, in quanto la materia – come così si dimostra – è alquanto complessa e servono forse più di pochi minuti per affrontarla.
Ma senza troppo preoccuparci, a questo punto vi darei un arrivederci al prossimo post su questo tema, magari analizzando alcuni siti presi a campione, nella speranza che non si offendano per la critica, che da par mio, sarebbe sempre bonaria e costruttiva.
Per qualche colloquio privato via chat, se ritenete, vi aspetto su Facebook, https://www.facebook.com/antonio.conte aggiungetemi pure ai vostri contatti, potrete vedere in seguito, qui un mio album con qualche credenziale, sono titoli e certificati che illustrano la mia lunga (si fa per dire) carriera nel mondo ITC. E, scusatemi se è breve.
Antonio Conte