Cyberbullismo. La “scoperta” che ha già smesso di far notizia

Creato il 09 novembre 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

A 7 mesi dall’episodio di bullismo a Bollate regna il silenzio più totale, sia sul fatto in sé che sull’argomento in generale. Dopo il grande clamore dei mesi scorsi, le campagne di sensibilizzazione lanciate dai media e da personaggi pubblici, sembra quasi che il fenomeno si sia risolto da sé.

Ricordiamo i fatti avvenuti lo scorso febbraio: di fronte a un liceo di Bollate, una ragazzina di 15 aveva aspettato una coetanea alla fine delle lezioni; a una serie di insulti sono seguiti spintoni e calci, il tutto in mezzo a un gruppo di altri alunni che incitavano la rissa o filmavano tutto con il cellulare. Ed è proprio grazie a un video postato su Facebook che il fattaccio ha avuto così tanta visibilità da essere trasmesso e citato dai principali enti giornalistici del nostro paese. Le reazioni sdegnate si erano divise tra chi condannava i compagni inermi e chi invece il mostro dei social network; oggi invece, se si prova a fare una ricerca su Google per la parola “bullismo”, si trovano solo notizie risalenti a diversi mesi fa.

La realtà dei fatti è che il bullismo è sempre esistito ed esisterà sempre, evolvendosi insieme a chi lo mette in atto. È inutile scaricare le colpe sulla generazione successiva di ragazzi (che agli occhi dei “più grandi” pare ogni volta più degradata rispetto alla propria) per dei fatti e delle situazioni che si ripetono ciclicamente, magari assumendo altri nomi o in ambienti diversi da quello scolastico. Vi ricorderete forse di quanto, tra la fine degli anni ’90 e l’inizio dei 2000, fosse dato risalto al fenomeno del cosiddetto “nonnismo”, ovvero i pesanti scherzi fatti dai militari di alto grado alle reclute che avevano portato a qualche suicidio. Ovviamente stiamo parlando di una pratica ancora in voga oggi (anche se è conosciuta con il nome di “matricola”) anche nei collegi o nelle squadre sportive, senza che nessuno ne parli; e ovviamente il nonnismo non nasce di recente, basti vedere la prima parte del film di Kubrick “Full Metal Jacket”, ambientato in una caserma durante la guerra del Vietnam. Lo stesso discorso vale per il bullismo, il quale può essere ritrovato in diverse opere del passato; ad esempio nel libro IT, di Stephen King, ambientato tra la fine degli anni ’50 e la fine degli ’80, i protagonisti avevano fondato un “club dei perdenti”, ritrovandosi in luogo segreto in periferia per sfuggire ai bulli. E Facebook, al quale oltre che a internet, i più piccoli dovrebbero essere educati, non esisteva.

di Maurizio Maiocchi

Tags:bollate,cyberbullismo

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