Il cyberpunk è una corrente letteraria e artistica nata nella prima metà degli anni ottanta nell’ambito della fantascienza, di cui è divenuto un sottogenere. Il nome si fa derivare da cibernetica e punk e fu originariamente coniato da Bruce Bethke come titolo per il suo raccontoCyberpunk, pubblicato nel 1983, anche se lo stile fu reso popolare ben prima della sua pubblicazione dal curatore editoriale Gardner Dozois. Il cyberpunk tratta di scienze avanzate, come l’information technology e la cibernetica, accoppiate con un certo grado diribellione o cambiamento radicale nell’ordine sociale.
Tra gli esponenti più noti vengono comunemente indicati William Gibson (Neuromante, Giù nel ciberspazio,Monna Lisa ciberpunk), per i racconti e romanzi fortemente innovativi e caratteristici dal punto di vista stilistico e delle tematiche, e Bruce Sterling, per l’elaborazione teorica. Sterling ha definito a posteriori il cyberpunk come «un nuovo tipo di integrazione. Il sovrapporsi di mondi che erano formalmente separati: il regno dell’high tech e il moderno popunderground».
Come movimento letterario, il cyberpunk nasce come una filiazione diretta della fantascienza americana, ma è subito evidente un allontanamento dal mainstream di questa letteratura di genere. Nel contesto della letteratura di fantascienza, la linea che porta al cyberpunk è quella che parte da Aldous Huxley e da 1984 di George Orwell e che passa per i maggiori modelli di James Ballard e soprattutto di Philip K. Dick.
Anticipato e prefigurato sotto certi aspetti nelle opere di Philip K. Dick, all’aspetto tecnologico tipico della fantascienza il cyberpunk aggiunge una forte connotazione politica e sociale.
I romanzi cyberpunk sono ambientati in un futuro prossimo (intorno al 2020), in un mondo decadentee ipertecnologico dominato dalle grandi multinazionali commerciali, le Zaibatsu, spalleggiate dalla Yakuza, la potente mafia giapponese. I protagonisti, in genere degli hacker, sono in costante fuga da questa cupa realtà e trovano la loro ragion d’essere in un mondo virtuale parallelo, il cyberspazio, teatro delle loro battaglie.
Lo stile narrativo è caratterizzato dall’apparente assenza di un intreccio ben definito – il racconto si concentra sulle azioni dei personaggi – e dall’uso di un linguaggio barocco che mischia tecnicismi informatici ed espressioni gergali della strada, molto difficile da rendere in una traduzione.
In base al Jargon File (testo online, continuamente aggiornato, che riassume l’etica hacker):
L’ignoranza pressoché totale di Gibson riguardo ai computer e all’odierna cultura hacker gli permise di speculare intorno al ruolo dei computer e degli hacker nel futuro in modi che gli hacker trovarono naif in modo irritante e tremendamente stimolanti al tempo stesso.
Stereotipi del genere:
- la Matrice, evoluzione dell’attuale Internet, un sistema informatico del quale l’utente entra a fare parte, grazie alla realtà virtuale e agli innesti nel corpo umano;
- l’ICE, un firewall capace di rispondere attivamente alle intrusioni telematiche;
- lo sprawl, la degradata periferia delle megalopoli, l’habitat degli hacker e degli emarginati;
- gli innesti artificiali (software e hardware) per potenziare/alterare le caratteristiche fisiche o cerebrali dell’essere umano;
- la presenza di occhiali a specchio (mirrorshades in inglese).
[by Wikipedia]
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CYBERPUNK UNDERGROUND ITALIA (Il blog italiano sulla cultura cyberpunk)
Primitività, decadenza, tecnologia, sì, ma anche droghe, reti virtuali oltre-internet, Yakuza (mafia giapponese), vestiti più vintage che attuali eppure incredibilmente all’avanguardia, monitor di vecchia generazione usati come workstation futuristiche dalle infinite risorse, cavi, dischetti, antenne e tutto ciò che di più old-style eppure di così terribilmente affascinante e nostalgicamente fantastico potete immaginare.
Informatica, meccanica, elettronica. Questo è il Cyberpunk, letterario, cinematografico, videoludico o artistico che sia. Il mondo cyberpunk non è semplice fantascienza, è molto più verosimilmente decadente e negativo, e quelle cupe atmosfere da film noir, proiettate in un futuro dal gusto retrò, non possono che generare quell’aura di nuovo “romanticismo” che pervade l’intero movimento cyberpunk.
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