D'un amore così vero, d'un amore così raro (3/3)

Creato il 14 ottobre 2011 da Fabriziogabrielli
Sul ponte di Brooklyn ne vedi quanti non credi sia possibile, bande d’oro scintillanti attorno agl’anulari, che parlano lingue ostili tutte urletti e faccio-una-foto-atté-che-poi-tu-fài-una-fòto-ammé. E in mezzo a tutti un bel giorno tu, Sandy Sue, orsacchiotto, che torni senza preavviso, che riaffiori come i pantaloni a zampa o certi modelli di rayban, reminescenza lontana, per sentirti in diritto di scuotere la testa, di dire che no, ma come ti balza alla mente, questa teoria. Seguimi ancora un po’, Sandy, Sandy Sue, sforzati, non sembra anche a te tutt’un erigersi di falli, questa piccola grande Manhattan? Le water tower, i grattacieli, lo stesso ponte tubiforme, e poi le gru o la torcia di Miss Liberty, tutt’un pene; non ti pare che la stessa isola, quell’inarcarsi dopo il Lincoln Tunnel, non ti dà l’impressione d’un grosso grasso pene afflosciato? Vorrei essere tutta la città, oggi, Sandy, farmi New York quando si fa vagina – anche se è più a un pene afflosciato, che somiglia, secondo me – e accoglierti nei miei anfratti, senza lasciarti più andar via, costruendoci tutt’attorno un imene iperprotettivo per tornare ad essere com’eravamo, Sandy Sue: vergini, e felici.

Dici che parti domattina, orsacchiotto, che hai un volo già pagato e che proprio non puoi più stare; t’ha chiamato, lo so, ieri notte, ho sentito come implorava il tuo nome, Alexander, come piangeva, come ti reclamava. Dici che parti domattina, piove, è già buio e so che non ci sarà nessun risveglio al burro d’arachidi, nessun camminare nel verde, nessun Dakota da costeggiare e nessun campo di fragole da calpestare. Ed è un peccato, ragazzo mio, ragazzo di nome Sue, come in quella canzone di Johnny Cash, un gran peccato non poterti accompagnare alla panchina, mostrarti la placca che ho fatto incidere per te – La lana ama Sandy Sue –, ridere della reciprocità, di perché proprio quella panchina; non ci sarà più tempo per ascoltare insieme, ancora una volta, Peggy Sue, la strofa in cui si parla di quegli amori così veri, di quegli amori così rari, che ti sembrano un miraggio lontano, i mezzodì tipo oggi, quando la nebbia s’inghiotte i moli, e tutto quanto. 


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :