Magazine Opinioni

Da anni scrivo che la protesta sarebbe esposa pericolosamente in quanto dominata dalla pancia e non dagli ideali. Ciò non toglie che le ragioni ci siano.

Creato il 13 dicembre 2013 da Slasch16

Primi_corteiHo vissuto gli anni della contestazione, tutti dal 1968 al 1977, ricordo perfettamente le battaglie metropolitane e non tra dimostranti e polizia ma ricordo pure che c’era un progetto, un obiettivo, sapevamo chi erano i nemici.
Preciso che tutto ciò dal nostro punto di vista, ovviamente.
Ad ogni modo la nostra era una battaglia ideale contro la borghesia, parassita, ed il capitalismo che non era ancora globale ma sfruttava i lavoratori come e più di adesso.
Abbiamo fatto delle conquiste ed abbiamo subito sconfitte e per tutti questi decenni mi sono posto una domanda alla quale non ho ancora risposta: se gli sfruttati sono più degli sfruttatori, i poveri più dei ricchi, come mai non siamo mai diventati vera maggioranza nelle gabine elettorali?
Perchè lo sfruttato vota per gli sfruttatori per paura di perdere le briciole che gli consentono la sopravvivenza, la lotta la lascia fare agli altri, ai sindacalizzati.
I sindacati sono attaccati da sempre, messi in cattiva luce, ed è ovvio che in mezzo a migliaia di problemi ci sia sempre un cavillo per il quale il proletario si senta in diritto di criticare senza tenere in considerazione le conquiste ottenute.
Non ho mai visto nessuno, di quelli assenti dalla lotta, rinunciare ad una conquista del sindacato. Dal diritto alla maternità quando le donne hanno smesso di fasciarsi la pancia per non essere licenziate alla giusta causa per il licenziamento da rappresaglia.
Sia chiaro per tutti che il dipendente disonesto, fannullone, parassita si è sempre potuto licenziare ma non l’hanno fatto perchè faceva comodo ai padroni per attaccare i lavoratori. Con qualche parassita in fabbrica veniva più facile attaccare i lavoratori, i diritti.
Ma quelli erano gli anni dell’ideologia, noi aspiravamo al sol dell’avvenire ed eravamo anche disposti a rinunciare qualcosa dei nostri “privilegi” purchè andasse nell’interesse della massa proletaria non protetta.
Concetti superati, obsoleti, come la solidarità tra lavoratori, precari e senza diritti.
L’impressione mia, potrei sbagliarmi ma ho il diritto di opinione, è che la rivolta, la protesta, la ribellione, non diventeranno mai rivoluzione finchè sarà affidata alla pancia e  non alla ragione, all’ideale.
La ribellione affidata alla pancia è ad alto rischio di populismo utile solo a preparare la strada ad un regime. Aggiungo che siamo in una situazione nella quale non possiamo nemmeno scegliere il colore del regime prossimo futuro nel senso che quando il manifestante dice di non essere di destra e nemmeno di sinistra è automatico, da sempre come insegna la storia, che il regime sarà di destra.
Tutti hanno le loro ragioni, se li ascolti uno per uno ti viene spontaneo dargli ragione, ma se non conosci la storia del manifestante e consideri che è senza ideali capisci che di sociale, di solidarietà di classe, questa rivolata non ha niente farà solo gli interessi del sistema di potere camaleontico che, prima ricula sotto ai colpi della rivolta, poi ne prende la guida e la porta dove vuole.
Persino Brunetta cavalca l’onda come Berlusconi e Grillo.
Le rivolte andrebbero preparate a freddo, con un progetto, un obiettivo, cercando consensi tra chi vorrebbe farla. Il resto è terrorismo ideologico, come fu quello di destra o di sinistra. La rivolta dovrebbe essere in primis culturale se invece l’affidiamo alla pancia si spegnerà appena avranno, avremo, un piatto di pasta.
Dopo un ventennio di dominio culturale che ha distrutto, direi mimetizzato la destra e distrutto la sinistra, non ci va più bene niente ed a prima vista hanno pure ragione. Ragionando a caldo nessuno della classe dirigente o politica è difendibile e questo perchè abbiamo “sposato” in toto il capitalismo dimenticando, calpestando la Costituzione ed i suoi principi.
Tutto ciò prepara la strada alla destra. Il disfattismo nel quale sguazziamo dove tutti sono disonesti, io escluso, ci porta al tanto peggio tanto meglio, al diffidare del vicino, del compagno di strada ed alla speranza di risolvere i problemi individuali e non della massa.
Molti, troppi, soffiano sul fuoco e la prossima marcia su Roma sarà peggiore della precedente perchè mentre la prima era guidata dai fascisti, che ovviamente non apprezzo tutt’altro, questa è affidata alla pancia e non alla ragione seppure sbagliata, sconfitta dalla storia.
Di impresentabile, tra quelli che dovrebbero “andare a casa” non c’è solo la casta politica c’è la classe dirigente italiana, la Confindustria, la mafia, la camorra, l’ndrangheta e buona parte degli italiani che hanno sostenuto questo sistema per decenni e decenni senza rendersi conto che mentre il pregiudicato è diventato sempre più ricco noi siamo diventati più poveri.
Inutile prendersela con L’Europa, che ha i suoi limiti e deve migliorare molto, con l’euro perchè come ha detto Rampini la mafia, la camorra, l’ndrangheta ed una amministrazione corrotta l’abbiamo da un centinaio d’anni prima che arrivasse l’Europa unita.
Anche gli italiani li abbiamo da prima, quelli che hanno votato e sostenuto questa situazione, purtroppo tedeschi, inglesi, francesi o chi per esso non votano al nostro posto ed i farabutti li abbiamo votati noi.
Credevo nell’Europa unita perchè speravo che l’etica del nord Europa ci avrebbe aiutato nel combattere l’etica brancaleonistica che ci contraddistingue da centinaia di anni.
Ci credo ancora perchè se uscissimo dall’Europa saremmo in balia di mafia, camorra, ‘ndrangheta, un’amministrazione corrotta ed un popolo al quale è sempre andato tutto bene, anche il fascismo, pur di avere una scodella di farina e qualche orticello da coltivare.
Se il potere molla qualche euro alle lobbies, ai rivoltosi dominati dalla pancia, la rivolta si spegne e non diventerà mai una RIVOLUZIONE perchè la rivoluzione è di idee  non di pancia.
Sono vecchio, superato, nostalgico e chiudo con la lettera del Che alle sue figlie, il suo testamento.

«Ai miei bambini

Cari Hildita, Aleidita, Camilo, Celia ed Ernesto

Se mai leggerete questa lettera, sarà perché non sono più con voi. Non vi ricorderete quasi più di me, e i più piccoli non mi ricorderanno affatto.

Vostro padre è stato un uomo che si è comportato secondo il suo credo, ed è stato pienamente fedele alle sue convinzioni.

Crescete da bravi rivoluzionari. Studiate tanto e imparate a usare la tecnologia, che ci permette di dominare la natura. Ricordatevi che la rivoluzione è quello che conta, e che ognuno di noi, da solo, non conta niente.

Ma più di ogni cosa, imparate a sentire profondamente tutte le ingiustizie compiute contro chiunque, in qualunque posto al mondo. Questa è la qualità più importante di un rivoluzionario.

Per sempre, bambini miei. Spero comunque di rivedervi.

Un grosso bacio e un grande abbraccio,

Papà
P.S. la foto l’ho messa in onore ai ragazzi della Sapienza. Oggi come ieri.



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :