Theodore, il poeta
Da ragazzo, Theodore, te ne stavi lunghe ore
sulla riva del torbido Spoon
a fissare con occhi incavati la tana del gambero,
in attesa di vederlo, mentre spinge avanti,
prima le antenne ondeggianti, come festuche,
e poi subito il corpo, color steatite,
gemmato con occhi di gaietto.
E ti chiedevi rapito nel pensiero
cosa sapesse, cosa desiderasse, e perché mai vivesse.
Ma poi il tuo sguardo si volse agli uomini e alle donne
che si nascondono nelle tane del destino in grandi città,
per veder uscire le loro anime,
e così capire
come vivessero, e per che cosa,
e perché s'affannassero tanto a strisciare
lungo la strada sabbiosa dove manca l'acqua
quando l'estate declina.