Da Aper a AES, a nessuno piace il quinto Conto Energia

Creato il 10 luglio 2012 da Ediltecnicoit @EdiltecnicoIT

Era prevedibile: il decreto sul quinto Conto Energia, firmato dal Ministro Passera e in fase di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, non ha soddisfatto gli operatori del settore e le associazioni di categoria (leggi anche Quinto Conto Energia firmato da Passera, cosa cambia per il FV).

La bocciatura del testo (leggi il testo del decreto sul quinto Conto Energia in attesa di pubblicazione in Gazzetta), che per la quinta volta rimodulerà le tariffe incentivanti per la produzione di energia elettrica da fotovoltaico, è senza appello. I primi giudizi, e i più duri, arrivano dall’Aper e da AES, rispettivamente l’Associazione dei produttori di energie rinnovabili e l’Associazione Azione Energia Solare che riunisce produttori, installatori, studi tecnici e possessori di piccoli e medi impianti fotovoltaici.

Per il numero uno di Aper, Agostino Re Rebaudengo, la preoccupazione maggiore deriva dall’esiguità del periodo transitorio “a fronte di un ritardo accumulato da marzo 2011 nell’emanazione dei decreti sulle rinnovabili (ben 16 mesi)”.

Durissima è la posizione di Azione Energia Solare che sul proprio sito diffonde un comunicato nel quale si parla del quinto Conto Energia come della “pietra tombale per molte aziende italiane e l’ennesima opportunità che viene gettata al vento di creare un settore industriale forte in grado di competere sui mercati internazionali”.

“Mentre la Germania hadi fatto varato un nuovo poderoso Conto Energia che darà forza, alle già vitali aziende tedesche”, continua il comunicato di AES, “il nostro Governo miope e servo, che si riempie la bocca con roboanti proclami nel quali si parla di sviluppo, decreta la fine del solo settore industriale, che in questi anni è cresciuto, in controtendenza con tutto il mondo industriale e produttivo”.

Conclude il presidente di Aper Re Rebaudengo: “Come se non bastasse sembra mancare completamente una visione di supporto alla grid parity, ormai sempre più vicina. Servono regole moderne, sburocratizzazione, incentivazione dell’autoconsumo e della generazione distribuita, abbandonando l’attuale politica di contingentamento delle rinnovabili. Ad esempio, tramite l’innalzamento del limite dello scambio sul posto e l’implementazione dei SEU, che l’AEEG avrebbe dovuto implementare dal 2008, si potrebbero iniziare a vedere i primi impianti senza necessità di incentivi”.


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