Un cancro, tra l'altro, che i rappresentanti dello stesso Grillo in Campidoglio, in particolare il consigliere Enrico Stefàno, stanno strenuamente cercando di combattere da dentro il Consiglio e le Commissioni.
Ma a Grillo non importa, il business passa sopra tutto. E se si deve pompare la prevendita dei biglietti le inserzioni possono tranquillamente andare sulle peggiori ditte cartellonare romane, quelle intestate a teste di legno o prestanome, quelle implicate anni fa nella pianificazione di un attentato contro il sindaco Walter Veltroni che cercava di limitarne lo strapotere, quelle "senza scheda", quelle con impianti posizionati addirittura laddove sono stati rimossi (quello nella foto, ma è solo un esempio e non ci vogliamo riferire ad una ditta piuttosto che ad un'altra, è lo stesso impianto di cui Basta Cartelloni parlava in questo post. E la cosa dice tutto: in pieno spartitraffico, rimosso perché non in regola col Codice della Strada e poi reimpiantato). Evasione fiscale, lobby terrificanti, intimidazioni, distruzione del territorio, impossibilità per la città di svilupparsi. Ne ha parlato tutto il mondo, ma Grillo non se n'è accorto. Tutto questo è la cartellopoli romana. I cittadini - mediante tanti blog, in primis col nostro Cartellopoli - combattono tutto questo dal febbraio del 2010. Sono esattamente quattro anni. In questi quattro anni l'unica volte che una delle nostre battaglie ha avuto cittadinanza sul seguitissimo blog di Grillo è stata quella dei maialini che grufolavano nella monnezza a Boccea. Non basta, è troppo facile così.
Caro Beppe, #escidaquestoblog e entra nella realtà (e facci entrare le ditte dei tuoi fornitori e di coloro che seguono la comunicazione dei tuoi spettacoli). Fatta di persone che sono morte ammazzata a causa di cartelloni posizionati in maniera pericolosa. Fatta di una città distrutta dal malaffare rappresentato da queste ditte. Fatte di persone inconsapevoli e strafottenti, che non capiscono la gravità di tutto questo. Di persone che strumentalizzano l'ecologia e la sostenibilità, ma che poi quando si tratta di farsi gli affari propri non ci pensano due volte a servirsi del peggiore abusivismo, della peggiore illegalità, del più atroce racket. Come te. I tanti voti che hai preso, anche a Roma, invece di tenerli chiusi un recinto come stai facendo con le aspettative e le speranze di milioni di italiani, dovresti utilizzarli per concretizzare i motivi per cui i voti stessi sono arrivati. A Roma uno dei motivi di maggiore collera al momento delle passate elezioni era contro i cartelloni: la gente si aspettava votandoti che avresti contribuito ad abbattere questa coltre di illegalità, invece te ne stai servendo come cliente. Geniale.