Da Costa a Costa: un mare di argomenti.

Creato il 21 gennaio 2011 da Dreamblog @Dreamblog

Da Costa a Costa è la rubrica del Dream Blog pensata per proporre, periodicamente, notizie e curiosità principalmente legate al mare, all’ambiente, al mondo crociere e a tutte le principali iniziative collegate. Il video di apertura, che ho voluto riproporre collocandolo nel "giusto" spazio, riassume al meglio – credo – tale concetto.
Buona lettura! 

Il relitto del Titanic rischia di scomparire nei prossimi vent’anni perché consumato dai batteri. L’allarme è stato lanciato da scienziati della Daulhousie University di Halifax in Nova Scotia.


"Il Titanic non ha più di 15 o 20 anni di vita”, ha detto Henrietta Mann, del centro scientifico canadese, al quotidiano britannico Sun.


Colpevole dell’assalto al transatlantico più disgraziato e famoso del mondo è una specie di batterio da poco identificata, l’Halmonas titanicae, che sta banchettando sulla carcassa rugginosa della nave. 
Il Titanic giace a quasi 4.000 metri di profondità sui fondali dell’Atlantico al largo dell’isola di Terranova da quando è affondato dopo l’impatto con un iceberg nel corso del viaggio inaugurale del 1912, dove persero la vita 1.517 persone.


‘Questo tipo di batterio ama particolarmente il ferro. Alla fine non resterà nulla se non una macchia di ruggine sul fondo dell’Atlantico per ricordare la tragedia”, ha detto la Mann.

Dal web intanto spunta un video inedito: immagini ritenute uniche, risalenti al 1911, e che mostrano la nave in fase di costruzione, attraccata nel porto di Belfast, in Irlanda del Nord (grazie Azzurra per la segnalazione!).

(Fonte: ANSA – Repubblica)

Il biologo Marco Putti, fotografo subacqueo e referente spezzino del progetto di osservazione delle meduse del professor Ferdinando Boero dell’Università del Salento, ha segnalato la presenza eccezionale di meduse in pieno inverno a Lerici (La Spezia).

Si tratta di una specie che in passato non si faceva vedere prima dell’arrivo del caldo. Il fatto è stato segnalato nell’ambito della campagna nazionale "Occhio alla medusa".

"La novità è che le meduse stanno diventando stanziali - spiega Putti -. Sono presenti praticamente tutto l’anno, anche nei mesi freddi e questo è un indice degli effetti del cambiamento climatico in mare".

Le meduse osservate da Putti sono della specie Pelagia noctiluca, ctenofori con lunghi tentacoli altamente urticanti.

"Recenti studi avevano confermato e studiato la presenza della pelagia nel Mediterraneo occidentale – rivela Putti – ora è certamente anche a Lerici".

Putti aveva già scoperto e individuato strani passaggi di meduse come i grandi banchi di Mnemiopsis leidyii, uno ctenoforo innocuo per l’uomo ma pericolosissimo per i pesci perché distrugge il novellame.

(Fonte: ANSA)

Il catrame minaccia il santuario dei cetacei. Lo afferma l‘Ente nazionale protezione animali (Enpa) esprimendo ”viva preoccupazione” per la ”gravissima emergenza ambientale causata dallo sversamento in mare, a Porto Torres (Sassari), di numerosi quintali di petrolio”.

Al momento, afferma l’Enpa, ”il maestrale sembra aver risparmiato le famosissime spiagge della vicina Stintino e dell’Asinara ma il lungomare di Platamona e di Castelsardo, secondo quanto riferito da Emanuele Deiana, responsabile della Sezione Enpa di Cagliari, sono invasi da litri di catrame che gli operai e i volontari stanno cercando di rimuovere”.


Ci chiediamo quanti litri di petrolio siano ancora in mare, quanti abbiano soffocato la poseidonia, una pianta acquatica che provvede all’ossigenazione dell’acqua, e quanti animali marini siano morti in un’area tanto importante per la biodiversità e, in particolare, per i cetacei. Così importante che nel 1999 Francia, Italia e Principato di Monaco hanno ratificato un accordo internazionale dichiarando quest’area particolarmente protetta come "Santuario dei Cetacei", dichiara Ilaria Ferri, Direttore Scientifico Enpa e già membro del Comitato Tecnico Scientifico del Santuario dei Cetacei.


"Denunciamo inoltre la mancanza di un intervento forte e la scarsa attenzione dedicata a quella che temiamo essere una vera e propria catastrofe", prosegue Ferri. Secondo il direttore scientifico dell’Enpa, la responsabilità di quanto accaduto è da attribuire alla politica di localizzazione degli insediamenti industriali: "E’ impensabile – conclude Ferri – conciliare le fabbriche con la tutela del territorio e della biodiversità nelle zone di maggiore interesse naturalistico. Invece, bisognerebbe lavorare per la loro valorizzazione e decidere di investire definitivamente sugli straordinari patrimoni naturali del nostro Paese".

  

L’allarme era stato lanciato lo scorso 19 gennaio quando un nuovo incidente nel polo industriale di Porto Torres, dopo quello di una settimana prima che era scaturito in una perdita nell’impianto portuale della E.On, aveva causato il riversamento in mare di circa 18 mila litri di olio combustibile.

Un doppio grave incidente che aveva anche spinto il presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici, a chiedere lo stato di calamità naturale.
"Basta minimizzare, il disastro prodotto dalla fuoriuscita di olio combustibile nell’impianto portuale di E.On ha assunto proporzioni devastanti - ha scritto Giudici - chiediamo al Presidente del Consiglio dei Ministri di riconoscere lo stato di calamita’ naturale”.

(Fonte: ANSA)

E’ stato presentato lo scorso dicembre, in occasione della conferenza sul riscaldamento climatico globale. Costruito nei cantieri tedeschi Knierim Yachtbau a Kiel, è lungo 30 metri e largo 15. A bordo sono stati installati ben 470 metri quadrati di pannelli fotovoltaici che l’hanno reso di fatto il catamarano solare più grande al mondo.

Progettato per dimostrare che era possibile circumnavigare il mondo su una nave alimentata solo ad energia solare, il catamarano, il Turanor PlanetSolar, con un equipaggio di sei persone, è partito lo scorso 27 settembre per il suo tour mondiale.


Dopo aver recentemente attraversato il Canale di Panama, l’imbarcazione è approdata nell’Oceano Pacifico, per la seconda tratta della sua lunga navigazione. 

Complessivamente il viaggio dovrebbe durare circa 160 giorni nell’ambito dei quali verranno percorsi oltre 50.000 km. E’ anche possibile seguirlo in diretta sul web: http://planetsolar.org.

Non contento della traversata a remi dell’Atlantico compiuta nel 2006, il 21 febbraio 2008 Alex Bellini parte per attraversare il Pacifico a remi, in solitaria. Per raggiungere l’Australia, dal Perù, dovrà superare dieci fusi orari, oltre diciassettemila chilometri e misurarsi con più di quindici milioni di remate.

Una prova di resistenza fisica, ma soprattutto psicologica, un’avventura nella quale Bellini è riuscito a non sentirsi mai solo, grazie al sostegno costante di migliaia di persone che lo seguivano tramite il web e la radio, ma soprattutto grazie al sentimento di fusione totale con il mare che lo circondava, non sempre benevolo.

Nel libro “Il Pacifico a remi” edito da Longanesi, Bellini affida alla scrittura i suoi pensieri, giorno dopo giorno. Nei suoi dieci mesi di navigazione, Alex imparerà così che il valore di un uomo non si misura con i traguardi raggiunti, ma con i sogni che lo tengono in vita.

"La felicità te la guadagni a piccole dosi, miglio dopo miglio. Quando arrivi a sera e fai il punto nave, spostando di qualche millimetro verso ovest il tratto di matita sulla grande mappa del Pacifico, è ogni volta un momento carico di felicità".

Alex concluderà con successo la traversata dell’Oceano Pacifico il 13 dicembre 2008, dopo 18.000 chilometri di navigazione e 294 giorni in mare aperto, entrando così nella storia della navigazione.

(Fonte: ANSA)

22 Gennaio 2011

Aggiorno il post inserendo una breve clip di presentazione di Alex Bellini, l’autore del libro presentato in questo spazio.

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