Da Del Piero a Tévez: numeri 10 fatali per il BVB

Creato il 20 marzo 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Carlos Tévez consegna alla Juventus l’accesso ai quarti di Champions League con una doppietta contro il Borussia Dortmund. Prima di lui, nomi illustri della storia bianconera come Baggio e Del Piero fecero lo stesso negli anni ’90, confermando così la legge del numero 10.

Nella Curva Sud del Signal Iduna Park (ex Westfalenstadion) i tifosi del Borussia Dortmund non hanno mai smesso di sventolare le sciarpe, né di inneggiare alla propria squadra. Le spettacolari coreografie che hanno accompagnato gli schwarzgelben (nerogialli) nello spesso trionfale percorso europeo hanno reso famosa questa Curva e questo Stadio in tutto il mondo. Il Muro Giallo, in poche parole, fa tremare le gambe a qualsiasi giocatore. Qualsiasi giocatore, sì, ma non i campioni. Carlos Tévez, nella notte di ieri sera, ha dimostrato di essere un vero campione, elevandosi per classe, grinta ed esperienza e facendosi capo di un gruppo non più giovane ma comunque ancora inesperto nella massima competizione europea. La doppietta di Tévez e il suo assist per il raddoppio di Morata hanno permesso alla Juve di approdare ai quarti di Champions, gelando lo stadio, facendo piangere i tifosi tedeschi e, soprattutto, confermando una terribile quanto spietata legge: quella dei numeri 10.

Risale, infatti, al maggio del 1993 la finale di Coppa Uefa (all’epoca giocata sui 180′) tra Borussia Dortmund e Juventus. Per la prima volta nella storia le due squadre incrociano il proprio cammino europeo. L’andata si gioca in Germania, proprio al Westfalenstadion. Il vantaggio è dei padroni di casa, poi la reazione bianconera con il pareggio di Dino Baggio e la doppietta di Roberto Baggio, che intanto aveva già confezionato l’assist e preso un palo. La Coppa è ormai ad un passo e il merito è tutto di Baggio, numero 10 della Juventus di Trapattoni, insignito quell’anno del Pallone d’oro e del FIFA World Player. Due anni dopo è il turno di un altro 10, quello più amato nella storia del club torinese: Alessandro Del Piero, in arte Pinturicchio. È il 13 settembre 1995 e la Juventus esordisce nella fase a gironi della Champions, in casa del Dortmund. Il copione è lo stesso, i gialloneri vanno in vantaggio con Moeller, poi gli ospiti rispondono e dilagano con Padovano, Conte e il 20enne Del Piero che, neanche a dirlo, indossa la 10 e segna il gol del 2-1 con il tiro a giro che diventerà il suo marchio di fabbrica.

In quel museo d’arte che rappresenta la maglia numero 1o, tra le leggendarie opere di Raffaello Robby Baggio e le storiche pennellate del Pinturicchio, in pochi avrebbero pensato che un Apache come Carlos Tévez avrebbe potuto quantomeno plagiare la bellezza dell’antiquariato juventino. Eppure, nel mercoledì sera di Champions a Dortmud, Tévez è sceso in campo dimostrando a tutti il suo vero valore. Il missile da fuori, la generosità nell’assist per Morata e la doppietta finale consacrano la nuova 10 in versione argentina e rendono quanto mai fede a quella legge così cara ai cuori bianconeri.

Tags:Apache,Baggio,Borussia Dortmund,Champions League,del piero,juve,juventus,numero 10,Tevez

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