Ma da dove deriverebbe poi questo modo di dire? Sappiamo che Silvio Berlusconi lo ha mutuato da Muhammar Gheddafi, in queste drammatiche ore asserragliato dai ribelli che avanzano e chiusosi, come tanti precedenti tiranni storici, in un bunker a Tripoli. Il bunga bunga però nacque in Inghilterra e ha radici in una celia che un gruppo di aristocratici, in un giorno di particolare ispirazione - il 10 febbraio del 1910 - fecero all'ammiragliato britannico fingendosi delegati provenienti dall'Abissinia in visita al Regno Unito, e pretendendo di visitare la flotta navale della Regina. A cappeggiare lo scherzo fu il poeta Horace de Vere Cole al quale si unì, tra gli altri, nientemeno che una allora sconosciuta Virginia Wolf.
I militari non opposero alcuna riserva essendo effettivamente attesa un'ambasciata dall'Etiopia, sebbene più in là nel corso dell'anno, e ci caddero con tutte le scarpe. Quando i burloni furono accolti a bordo delle navi, ogni volta che venivano interpellati, non sapendo una parola della lingua straniera si limitavano a commentare con un bunga bunga. L'episodio fu esilarante ma mise in ridicolo il sistema di sicurezza inglese che era stato beffato con enorme facilità.