Da dove viene la forza

Da Giulia Calli @30anni_Giulia

A volte mi chiedo da dove arrivi la forza che permette di non farci scoraggiare dai problemi e di non soccombere all'incertezza del futuro. È la stessa forza che passa sopra i commenti di chi pensa che alla mia età - trent'anni e qualcosa - la vita dovrebbe essere diversa, stabile, sicura, determinata. Una vita in cui magari dobbiamo mantenerci attaccati al lavoro sicuro anche se ci fa schifo, la relazione di coppia sfilacciata che è più un rimpiazzo per non stare soli, la città che sentiamo annullarci nel suo anonimato, quell'impressione di annichilimento dei giorni che vanno avanti uguali fino al prossimo fine settimana. Con questa forza possiamo decidere di prendere un'altra direzione, meno stabile, sicura, determinata, eppure più adatta a quello che sentiamo di essere. Ma questo non ci mette al riparo dagli scossoni e dai momenti in cui pensiamo di aver fatto un grande errore. La comodità di una vita più agiata è un grande richiamo, soprattutto quando sembra l'unico esempio degno di essere seguito.

Devi crescere! - a volte mi dicono. Cosa vuol dire?
Mi vedo crescere, ogni tanto spunta qualche capello bianco che ho smesso di strappare di fronte allo specchio.

Non basta, devi crescere, fare una vita da adulto! - mi rispondono. Cosa vuol dire?
Il fatto che non abbia un ufficio in cui timbrare il cartellino alle 9 del mattino mi rende meno responsabile di fronte alle incombenze della vita di tutti i giorni? Non pago comunque le mie bollette, l'affitto della mia scatola di fiammiferi, le tasse, il cibo che riempie il mio frigo? Anche se non sono legata a un'ipoteca trentennale non ho comunque un tetto che mi protegge la testa e in cui dormire al sicuro, in cui sono custodite le mie cose? Perché non siamo abituati a dare valore alla liquidità del possesso, al fatto che - se un giorno avrò bisogno - potrò lasciare la mia scatola dando semplicemente un mese di preavviso e muovendomi senza portarmi dietro alcun debito?

Ma non sai dove stai andando! - ribattono. Perché voi si?
Anche se fate la stessa vita da anni e pensate di essere già sul cammino giusto, pensate di essere immune dagli scossoni del futuro? Pensate che stare al sicuro sul vostro binario sempre dritto vi metterà al riparo da eventuali cambi di direzione? E quando arriverà un cambio di direzione, pensate che non vacillerete minimamente e rimarrete impassibili di fronte alla possibilità di scelta? Pensate che non proverete mai rimpianto per quello che non avete preso solo per paura di perdere le vostre comodità? Siete convinti che non mettere in discussione le vostre scelte mai, in nessun momento, vi farà sentire soddisfatti di voi quando avrete più anni alle spalle che davanti?

Non so identificare esattamente da dove arrivi questa forza di rispondere alle domande e ai problemi che inevitabilmente si presentano, perché ci sono, come è naturale che sia. Direi dallo stomaco, che sta ormai tranquillo la mattina, invece che bruciare e farmi correre al bagno cinque minuti prima di uscire di casa, come succedeva ogni santo giorno dei miei anni di vita sicura. Buffo come il corpo ci voglia parlare e rifiutiamo di ascoltarlo. Ma il suo silenzio pacifico si sente, eccome se si sente, quando finalmente gli prestiamo attenzione.

Rimango ancorata alla filosofia di risoluzione calma dei problemi, tanto ho capito che affrettarmi per risolvere tutto in una volta non è possibile. E se voi che pensate che non abbia voglia di crescere volete continuare a farmi domande, ben venga. Darvi risposte è un grandissimo allenamento per il mio stomaco.

A volte mi chiedo da dove arrivi la forza che permette di non farci scoraggiare dai problemi e di non soccombere all'incertezza del futuro. È la stessa forza che passa sopra i commenti di chi pensa che alla mia età - trent'anni e qualcosa - la vita dovrebbe essere diversa, stabile, sicura, determinata. Una vita in cui magari dobbiamo mantenerci attaccati al lavoro sicuro anche se ci fa schifo, la relazione di coppia sfilacciata che è più un rimpiazzo per non stare soli, la città che sentiamo annullarci nel suo anonimato, quell'impressione di annichilimento dei giorni che vanno avanti uguali fino al prossimo fine settimana. Con questa forza possiamo decidere di prendere un'altra direzione, meno stabile, sicura, determinata, eppure più adatta a quello che sentiamo di essere. Ma questo non ci mette al riparo dagli scossoni e dai momenti in cui pensiamo di aver fatto un grande errore. La comodità di una vita più agiata è un grande richiamo, soprattutto quando sembra l'unico esempio degno di essere seguito.

Devi crescere! - a volte mi dicono. Cosa vuol dire?
Mi vedo crescere, ogni tanto spunta qualche capello bianco che ho smesso di strappare di fronte allo specchio.

Non basta, devi crescere, fare una vita da adulto! - mi rispondono. Cosa vuol dire?
Il fatto che non abbia un ufficio in cui timbrare il cartellino alle 9 del mattino mi rende meno responsabile di fronte alle incombenze della vita di tutti i giorni? Non pago comunque le mie bollette, l'affitto della mia scatola di fiammiferi, le tasse, il cibo che riempie il mio frigo? Anche se non sono legata a un'ipoteca trentennale non ho comunque un tetto che mi protegge la testa e in cui dormire al sicuro, in cui sono custodite le mie cose? Perché non siamo abituati a dare valore alla liquidità del possesso, al fatto che - se un giorno avrò bisogno - potrò lasciare la mia scatola dando semplicemente un mese di preavviso e muovendomi senza portarmi dietro alcun debito?

Ma non sai dove stai andando! - ribattono. Perché voi si?
Anche se fate la stessa vita da anni e pensate di essere già sul cammino giusto, pensate di essere immune dagli scossoni del futuro? Pensate che stare al sicuro sul vostro binario sempre dritto vi metterà al riparo da eventuali cambi di direzione? E quando arriverà un cambio di direzione, pensate che non vacillerete minimamente e rimarrete impassibili di fronte alla possibilità di scelta? Pensate che non proverete mai rimpianto per quello che non avete preso solo per paura di perdere le vostre comodità? Siete convinti che non mettere in discussione le vostre scelte mai, in nessun momento, vi farà sentire soddisfatti di voi quando avrete più anni alle spalle che davanti?

Non so identificare esattamente da dove arrivi questa forza di rispondere alle domande e ai problemi che inevitabilmente si presentano, perché ci sono, come è naturale che sia. Direi dallo stomaco, che sta ormai tranquillo la mattina, invece che bruciare e farmi correre al bagno cinque minuti prima di uscire di casa, come succedeva ogni santo giorno dei miei anni di vita sicura. Buffo come il corpo ci voglia parlare e rifiutiamo di ascoltarlo. Ma il suo silenzio pacifico si sente, eccome se si sente, quando finalmente gli prestiamo attenzione.

Rimango ancorata alla filosofia di risoluzione calma dei problemi, tanto ho capito che affrettarmi per risolvere tutto in una volta non è possibile. E se voi che pensate che non abbia voglia di crescere volete continuare a farmi domande, ben venga. Darvi risposte è un grandissimo allenamento per il mio stomaco.

Giulia. Trent'anni e qualcosa, dopo una separazione e molti traslochi, ora vivo in una scatola di fiammiferi di fronte al mare di Barcellona (♥). Ogni tanto riempio uno zaino e vado a esplorare il mondo. Se sono ben accompagnata ne sono felice, altrimenti cammino benissimo da sola. Per avere più dettagli clicca qui.

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