- Categoria Cuore
A Berlino piove. Grandina. È il fine settimana di luglio più piovoso degli ultimi chesso-io-anni. Decido con un amico neozelandese di andare al Willy Brandt Haus a vedere la mostra World Press Photo 2011. Ma questa è un’altra storia. Quella che voglio raccontare adesso è il viaggio della mia nuova poltrona dal mercato delle cianfrusaglie di Treptow (Hallentrödelmarkt Treptow) fino al salone di casa mia, a Neukölln.
La pioggia cade e, guardando lo sguardo annoiato del mio amico neozelandese, prendo una decisione importante: ho bisogno di una nuova poltrona.
La vorrei rossa. In pelle.
A Berlino ci sono diversi mercati delle pulci, ma il più “osceno”, quello dove si trova un trasmettitore della seconda guerra mondiale accanto a una foto ingiallita di Robbie Williams, è sicuramente quello di Treptow.
Pioggia, U-Bahn, Sprea; e poi aggeggi, tavoli, polvere, studenti, poveracci, artisti in cerca di ispirazione, e poltrone. Tante, meravigliose, decadenti poltrone.
“Quella rossa te la posso vendere insieme all’altra poltrona e al divano, viene 150 euro.” mi dice il turco, nascosto tra due armadi, seduto su un materasso ammuffito, il tè posato su un tavolino.
150 euro, nel mercato delle cianfrusaglia, ché se andavo all’Ikea facevo prima.
“No!” dico “Voglio spendere massimo 50 euro”.
Allora il turco mi sorride, con quella sua faccia da bonaccione, e, siccome pensa che sono un mammalucco, dice “Ah! Questa costa proprio 50 euro!”, e mi mostra una poltrona in pelle nera, design vintage.
Mi piace, deve essere mia.
“Hmmm… Facciamo 35 euro.”
“No. È una poltrona anni settanta. È di moda.”
“35 euro.” ripeto.
“Ok. Va bene.”
Troppo facile, il turco mi ha già fregato.
Poi mi guarda e dice “Ehm, è un po’ scorticata sul lato, vedi qui… sai un gatto… sai come fanno i gatti?”, imitandone il gesto.
“Ok… allora te la pago 30.”
“Va bene.”
A questo turco gli va bene tutto. Mi ha decisamente fregato.
Quando pago, mi chiede: “Sei italiano?”
“Sì.”
“Voi italiani dovete liberarvi dal vostro Primo Ministro. È un fascista!”, dice e continua esortando me e tutta la mia gente a cacciar via il suddetto fascista.
Comunque, l’affare è fatto.
Soddisfatto, chiedo al mio amico neozelandese di scattarmi una foto - click: io e la mia nuova poltrona in mezzo al mercato delle pulci. Perdiamo un po’ di tempo, ma dobbiamo, alla fine, affrontare la realtà: la poltrona va trasportata di peso a casa.
Con difficoltà, ci barcameniamo tra i clienti del mercato delle pulci e, sotto una pioggia battente, ci avventuriamo per l’epico viaggio da Treptow a Neukölln. Tour con neozelandese. E con poltrona.
La poltrona, vintage, anni settanta, nera, scorticata, è pesante. E dobbiamo fermarci spesso. A ogni tappa, scatto una foto.
Passa una ragazza in bici, Schlesische Straße, sorride.
Click.
Sul ponte, sopra il canale. Un signore mi chiede quanto l’ho pagata e, alla risposta, dice “Ottimo affare!”.
Click.
In un angolo bagnato, odore di piscio, tre ubriachi dallo sguardo losco lanciano uno sguardo e se ne vanno.
Click.
È tempo di una birra. Due Urquell. Piove. Io seduto sulla poltrona.
Click.
Siamo alla fermata della U-Bahn, Schlesisches Tor. Vuol dire scale, vuol dire treno. Lo prendiamo a volo. Cambiamo a Kottbusser Tor.
Click.
Poche fermate. 5 piani. La poltrona è nel salone di casa. Un po’ bagnata. Nell’angolo della finestra.
Click.
Io e il mio amico neozelandese siamo soddisfatti: pacche sulla spalle, sorrisi delle grandi occasioni.
Apriamo un’altra birra, “Prost!”, e brindiamo alla nuova vecchia poltrona e a un freddo, bagnato, estivo pomeriggio berlinese.
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