Orbene, mentre il mondo si avvia lentamente alla fine, mentre il sole si avvia lentamente a tramontare, perché non dedicarci a pensare un po' al giorno di domani, a quel famoso domani in cui saremo quasi tutti felicemente vivi? Invece di un certo numero di proposte temerariamente gratuite su e a uso del terzo millennio, che lui stesso, molto probabilmente, s'incaricherà subito di mandare in fumo, perché non ci decidiamo a realizzare delle idee semplici e dei progetti che siano alla portata di qualsiasi comprensione? Questi, ad esempio, se di meglio non si trova: a) sviluppare partendo dalla retroguardia, e cioè far avvicinare alle prime file del benessere le masse crescenti di popolazione lasciate indietro dai modelli di sviluppo in uso; b) promuovere un significato nuovo dei doveri umani, rendendolo correlato all'esercizio pieno dei propri diritti; c) vivere come sopravvissuti, perché i beni, le ricchezze e i prodotti del pianeta non sono inesauribili; d) risolvere la contraddizione tra l'affermazione che siamo sempre più vicini gli uni agli altri e l'evidenza che ci troviamo sempre più isolati; e) ridurre la differenza, che aumenta giorno dopo giorno, tra coloro che sanno molto e coloro che sanno poco.
Credo sia dalle risposte che daremo a questioni come queste che dipenderanno il nostro domani e il nostro dopodomani. Che dipenderà il prossimo secolo. E tutto il millennio. A proposito, torniamo alla Filosofia.