Questa immagine di una Terra in fase crescente e della Luna è la prima del suo genere ripresa da una sonda umana e ricevuta dai ricercatori della NASA il 18 settembre 1977 da parte della sonda Voyager 2 quando si trovava a circa 11,66 milioni di chilometri da Terra. Dato che la Terra è molte più volte luminosa rispetto alla Luna, il nostro satellite è stato artificialmente illuminato in modo che i due corpi si possono osservare nell’immagine.
Questa seconda immagine è stata ripresa dalla sonda Galileo della NASA quando si trovava a 6,25 milioni di chilometri di distanza dalla Terra. Era il 26 ottobre 1989. La Terra appare in primo piano, grande sfera azzurra con le sinuose pennellate bianche delle nubi, e la Luna si staglia sul fondo, alquanto più piccola.
Queste immagini, seppur non rivestano un grande interesse scientifico, hanno un profondo significato filosofico: quei due corpi celesti sono il nostro minuscolo villaggio cosmico, Terra e Luna appaiono nel loro stretto legame di coppia legata dalla gravità, l’una abitata dalla sola forma di vita intelligente che conosciamo, l’altra arida e diversa. Vicinissime e così disperatamente diverse.
Dal punto di vista della navicella entrambi i corpi si presentano nella fase del loro primo quarto. Ma la Luna, che ha una superficie scura con colore intermedio tra il lavagna e il cemento, riflette solo il 7% della luce solare mentre la Terra ne riflette il 35%. Infatti la Terra ha un albedo (potere riflettente di un corpo celeste) cinque volte maggiore di quello della Luna e questo dato ci dà una informazione molto importante perché indica che la Terra possiede aria e acqua, due fattori importanti per la vita. Ma la cosa più sorprendente, secondo studi effettuati negli anni Novanta da Jack Wisdom, del Massachussets Institute of Technology (USA) è che è stato proprio il nostro inospitale satellite a rendere ospitale la Terra.
La Luna, ha dimostrato Wisdom, ha esattamente la massa e la distanza necessarie per stabilizzare le oscillazioni dell’asse di rotazione terrestre, che altrimenti sarebbero amplissime (85°), con conseguenze devastanti per il clima terrestre. Per esempio l’asse di Marte ha oscillato di 40° rispetto al piano dell’orbita negli ultimi 100 milioni di anni. Basta la perturbazione di un asteroide di passaggio, ha calcolato Wisdom grazie ad un supercomputer, a rendere caotica, e quindi imprevedibile, l’oscillazione dell’asse di un pianeta. La Luna agisce da freno: e infatti l’inclinazione varia solo tra 24°30’ e 22°6’. Alla Luna, satellite morto, la Terra deve la sua fecondità.
Crediti NASA/Voyager Team/Galileo Team.
Fonte NASA Gallery – Earth and Moon: http://www.nasa.gov/topics/earth/earthday/gall_earth_moon.html
Sabrina