La Parigi di fine Ottocento è meravigliosamente scandalosa: tra ombrellini e passeggiate al parco, si discute della mostruosità di quei selvaggi impressionisti, delle scoperte di una certa Madame Curie, delle piccanti avventure delle celebrità del momento. Solo al Petit Moulin Rouge si parla d'altro: Auguste Escoffier, lo chef che ha inventato il ristorante più chic della città, sta per sposarsi. Si mormora che il suo non sia un matrimonio come tutti gli altri, perché, invece di conquistare la futura moglie, l'ha vinta al gioco. Lei è Delphine, giovane poetessa dallo spirito libero, che incontra il marito per la prima volta il giorno delle nozze. "È troppo piccolo, quasi un bambino", pensa Delphine incrociando i grandi occhi azzurri di lui, senza immaginare che cosa l'aspetti. Finché, la sera, invece di portarla in camera da letto, Escoffier la conduce nella cucina del suo restaurant. Tra il nitore abbagliante degli utensili, i profumi e gli aromi delle spezie, le parole suadenti di Auguste suonano come poesia, mentre crea un piatto squisito tutto per lei. Delphine quella notte conosce la sensualità, la passione e l'ebbrezza che un gesto d'amore può dare. Da quel momento è perduta. Perché il piccolo uomo che l'ha fatta innamorare incarna genio e sregolatezza, follia e creazione, desiderio e ambizione, arte e libertà. Legarlo è impossibile, perderlo impensabile. Tartufi bianchi in inverno è il romanzo di una vita imperfetta, geniale, appassionata.
Cicciotella, goffa e un po’ insicura, cresciuta con un padre prepotente e crudele, Victoria ha vissuto la sua adolescenza nell’ombra della bellissima sorella Grace. Almeno fino al giorno in cui ha deciso di lasciarsi alle spalle Los Angeles e la sua famiglia per trasferirsi a New York. Lì, lontana da tutti, Victoria può finalmente essere la persona che ha sempre sognato di essere e ricominciare da capo. Ma quando Grace le annuncia di volersi sposare, la ragazza è costretta a tornare in California. Per accorgersi che la sorella sta per sposare l’uomo sbagliato. E che è arrivato il momento di proteggerla.
Inseparabili. Questo sono sempre stati l'uno per l'altro i fratelli Pontecorvo, Filippo e Samuel. Come i pappagallini che non sanno vivere se non sono insieme. Come i buffi e pennuti supereroi ritratti nel primo fumetto che Filippo ha disegnato con la sua matita destinata a diventare famosa. A nulla valgono le differenze: l'indolenza di Filippo - refrattario a qualsiasi attività non riguardi donne, cibo e fumetti - opposta alla determinazione di Samuel, brillante negli studi, impacciato nell'arte amatoria, avviato a un'ambiziosa carriera nel mondo della finanza. Ma ecco che i loro destini sembrano invertirsi e qualcosa per la prima volta si incrina. In un breve volgere di mesi, Filippo diventa molto più che famoso: il suo cartoon di denuncia sull'infanzia violata, acclamato da pubblico e critica dopo un trionfale passaggio a Cannes, fa di lui il simbolo, l'icona in cui tutti hanno bisogno di riconoscersi. Contemporaneamente Samuel vive giorni di crisi, tra un investimento a rischio e un'impasse sentimentale sempre più catastrofica: alla vigilia delle nozze ha perso la testa per Ludovica, introversa rampolla della Milano più elegante con un debole per l'autoerotismo. Nemmeno l'eccezionale, incrollabile Rachel, la "mame" che veglia su di loro da quando li ha messi al mondo, può fermare la corsa vertiginosa dei suoi ragazzi lungo il piano inclinato dell'esistenza. Forse, però, potrà difendere fino all'ultimo il segreto impronunciabile che li riguarda tutti...
Uomini "in cammino" sono quelli che Benedetto XVI presenta in questi interventi: personaggi straordinari, che hanno trasmesso e affermato con forza il messaggio cristiano attraverso gli scritti e la testimonianza della loro vita. Trenta ritratti che nascono dall'esigenza di "educare il popolo di Dio alla conoscenza di molti scrittori che hanno esemplarmente illustrato la fede viva della Chiesa": Ambrogio, Cipriano, Efrem il Siro, Giovanni Crisostomo, Girolamo, Guglielmo di Saint-Thierry, Ireneo di Lione, Tertulliano e molti altri autori, a volte poco conosciuti, dei quali tuttavia, dopo averne ascoltato gli insegnamenti, non si può non cogliere l'attualità. "Maestri della fede" le cui parole hanno segnato l'evoluzione della teologia cristiana. In queste pagine Benedetto XVI si sofferma, fra le altre, sulla figura di Agostino d'Ippona, che lui stesso ha indicato più volte come continua fonte d'ispirazione per il suo pensiero: la tormentata vicenda interiore del santo è assimilabile al travaglio dell'uomo contemporaneo, che fatica a credere, sperare, amare. Con Giovanni Climaco suggerisce invece il cammino lungo la Scala del Paradiso, un itinerario per avvicinarsi a Dio: trenta gradini, una salita certo difficile, ma alla portata dei fedeli. Con Cirillo e Metodio ci invita a riscoprire il coraggio dell'annuncio evangelico che caratterizzò la loro vita. Modelli cui ispirarsi, "punti di luce in grado, per qualche aspetto specifico, di rischiarare il cammino spirituale di tutti".
Allora, qualcosa d'interessante?!