"AAA Principe volenteroso, versatile e di bella presenza, disposto a rimboccarsi le maniche, cerca un lavoro per provare la vita vera.
Vuoi offrigli un'opportunità?"
D'accordo, è facile comprendere che, dal punto di vista puramente giornalistico, questa trasmissione è la messa in pratica della più classica tra le regole di che cosa fa notizia. In altre parole il principino che si mette a lavorare è l'equivalente dell'uomo che morde il cane. Bene. Ma è anche vero che il giornalismo dovrebbe partire da fatti reali (ancorché raccontandoli poi a modo suo), ovvero l'uomo dovrebbe aver morso il cane in circostanze autentiche, non al puro scopo di farci sopra la notizia. Al contrario qui - ovviamente - il contesto lavorativo viene costruito ad arte intorno al principino solo per qualche giorno, giusto per il gusto di vedere l'effetto che fa un ossimoro vivente in azione, con tutto quello che questo comporta. In altre parole ci troviamo di fronte a un programma nato per costruire delle situazioni che vengono vissute dai telespettatori come surreali (e per questo divertenti) solo e soltanto grazie allo status iniziale connaturato del protagonista, in una sorta di My Fair Lady al contrario in salsa reality.
Nella fattispecie, non c'è bisogno di dire che in realtà al principino non gliene frega un emerito cazzo di provare la vita vera, visto che lui ha già la vita reale. Anche se non li vedete, intorno a sé il principino ha cameraman, addetti luci, tecnici del suono, segretarie di redazione, produttori ecc. Perché tutto ciò che al principino televisivo importa, è di mostrarsi in situazioni che destino curiosità e meraviglia negli spettatori. Tutto il resto è, anche in questo caso, fiction e gli spettatori stessi ne sono parte attiva. Perché non è certo quella un'esperienza di "vita vera", essendo in tutto e per tutto costruita, assolutamente limitata nel tempo, e retribuita in tutt'altro modo rispetto al lavoro che di volta in volta mette in scena (come se il principino ne avesse bisogno!). Per tutti questi motivi, la cosa peggiore di questa trasmissione è il suo essere un autentico insulto ai lavoratori, quelli veri, coloro che si nobilitano alzandosi alle 5, alle 6, alle 7, tutti i giorni della loro vita, fino a una pensione che ha sempre più la silhouette di un biglietto della lotteria.
Eppure i produttori, che conoscono (o sperano di conoscere) il pubblico medio, sono convinti che quegli stessi lavoratori che si nobilitano tutti i giorni alle 5, alle 6 o alle 7 saranno disposti a divertirsi seguendo le gesta di questo tizio che li prende per il culo, nella certezza che la gratificazione del divertimento sur-reale vincerà rispetto all'indignazione che dovrebbero suscitare in loro le tristi gesta fintolavorative di un rampollo viziato incapace anche di guidare (per sua stessa ammissione il principino ha detto di non avere la patente, in quanto ha sempre avuto l'autista), per il quale il concetto di lavoro diventa - di fatto - il sinonimo dell'irritante esibizionismo di una trasgressione. Ma può anche darsi che il suo programma faccia parte di un disegno più ampio. Se la crisi andrà avanti di questo passo, infatti, ben presto il lavoro sarà una trasgressione per tutti.