Estratto da “Narrativa in 140 caratteri, genesi della Twitteratura”.
Molti scrittori e intellettuali si sono scagliati contro Twitter a causa dell’effetto corrosivo che sembra stia avendo sul linguaggio delle generazioni native digitali.
Noam Chomsky sostiene che questa comunicazione estremamente rapida, fatta di messaggi stringati, acronimi e simboli, non consente una connessione profonda e reale tra le persone.
Insomma, la superficialità regna sovrana e ognuno accedendo al proprio account ha molta più voglia di raccontare se stesso, che ascoltare gli altri.
E a proposito di narcisismo diffuso, hanno fatto molto scalpore anche le parole dello scrittore Jonathan Franzen: “è indicibilmente irritante, rappresenta tutto ciò a cui mi oppongo.
(…)L’effimero sound-byte di Twitter è l’antitesi della letteratura, che cerca l’immortalità.”
Eppure, proprio nella Rete si possono trovare delle scappatoie dalla superficialità – per chi ha voglia di cercarle – esistono svariate applicazioni finalizzate alla cura dei contenuti, che consentono cioè di effettuare delle ricerche mirate, secondo determinate parole chiave o argomenti, tra le centinaia di status pubblicati sulle piattaforme sociali, raccogliere e ripubblicare i risultati così ottenuti dando loro una struttura narrativa e quindi un senso di continuità a quella che altrimenti sarebbe solo una raccolta di battute messe insieme alla rinfusa.
Tra tutte citiamo la più nota, ma certamente la migliore, Storify.
Insomma, si possono costruire delle vere e proprie storie mettendo insieme aggiornamenti di stato, foto e video relativi ad un determinato tema, evento o umore magari; storie che possono essere sempre aggiornate di nuovi elementi, sono interattive e condivisibili da chiunque voglia ripubblicarle su di un blog, un sito o ancora un altro social network.
Abbiamo Twornal, che permette invece di vendere dei veri e propri libri, in formato cartaceo, in cui vengono raccolti i tweet dal proprio account.
“Over time tweets can tell a story or remind us of moments. In 20 years we don’t know whether twitter will be around but your Twournal will be.”
A non prevedere limiti è TweetBook, applicazione web based sviluppata dalla sturt-up italiana U10.
Riusciranno queste applicazioni a superare le criticità finora evidenziate?