“Da dove mi veniva allora la mia voglia di mondo, il mio feticismo per la carta stampata, il mio amore per i libri e soprattutto quella ardente bramosia di lasciare Firenze, di viaggiare, di andarmene lontanissimo? Da dove mi veniva quella smania d’essere sempre altrove? Non certo da loro, nati, cresciuti e radicati in quella città…
“La voglia di andar più lontano possibile da quel mondo di miseria dell’infanzia? Forse. …in me veniva da un’altra fonte, con un bagaglio di vecchi desideri e la nostalgia di altre latitudini conosciute prima: prima di questa vita.”
“Si può vedere la vita come già scritta da qualcuno da qualche parte, oppure la si può vedere come scritta da noi ogni momento. Entrambe le versioni sono vere. Ogni decisione può essere vista come presa da noi in base a una libera scelta o presa perché uno era predestinato a prenderla.”
“La gioia di mettermi in cammino, dal sempre rinnovato senso di sollievo che mi prende a sapere che nessuno mi potrà raggiungere, che non sono prenotato o aspettato da nessuna parte, che non ho impegni tranne quelli creati dal caso. Adoro questo mescolarmi a una folla, questo diventare un viaggiatore qualsiasi, libero dal proprio ruolo, dall’immagine che uno ha di se e che è a volte una gabbia stretta quanto quella del corpo; sicuro di non imbattermi in qualcuno con cui fare conversazione, libero di mandare al diavolo il primo che ci prova.”
“Il senso del viaggiare è nella strada che si fa e non nella meta cui si arriva…”
“Silenzio! Un diritto naturale che ci era stato tolto. Ciascuno dovrebbe, ogni tanto, riaffermare questo diritto al silenzio e concedersi una pausa, una pausa di giorni di silenzio, per risentire se stesso , per riflettere e ritrovare un po’ di sanità … a forza di concentrarsi su quel punto dove il respiro tocca la pelle, avremmo preso il controllo della nostra mente e con ciò ci si sarebbero aperti nuovi orizzonti.”
“…uno alla ricerca.”