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Da Vienna progressi sulla Siria, ma ancora nessun accordo sul futuro di Assad

Creato il 30 ottobre 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

Con la presenza per la prima volta dell’Iran al fianco degli arci-rivali dell’Arabia Saudita, si è aperta a Vienna una nuova riunione internazionale per tentare di avviare un negoziato di pace per la Siria, a cui partecipano 17 Paesi più Onu e Ue. Ci sono stati progressi sul futuro del paese, ma rimangono in disaccordo sul futuro del presidente Bashar al-Assad. Lo dicono le prime informazioni trapelate dal tavolo della trattativa. In particolare Usa, Russia e altre potenze regionali e mondiali stanno elaborando un nuovo piano per ottenere un cessate il fuoco in Siria nei prossimi quattro/sei mesi. L’agenzia ufficiale iraniana Irna riferisce che il prossimo incontro sulla Siria che si terrà a Vienna la prossima settimana vedrà anche la partecipazione di rappresentanti del governo siriano e dei gruppi dell’opposizione.

(Copyright ANSA/EPA)

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Da Vienna progressi sulla Siria, ma ancora nessun accordo sul futuro di Assad. Il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, si è detto fiducioso che si possano fare progressi se “tutti sono pronti a contribuire alla de-escalation del conflitto siriano” che in quattro anni e mezzo ha causato 250.000 morti. Ma di fatto, come ha confermato la Russia, nella riunione non si è discusso dell’uscita di scena di Bashar al-Assad.

Mosca, come anche l’Iran, restano ferme sulle loro posizioni: solo il popolo siriano può decidere se il presidente deve restare al potere o meno. E da Mosca arrivano notizie che Assad è disposto a discutere emendamenti alla cosituzione e a convocare elezioni. Intanto gli Usa imprimono una svolta alla battaglia contro l’Isis. Barack Obama ha autorizzato, per la prima volta, il dispiegamento di “meno di 50″ unità di forze speciali nel nord della Siria, dove “aiuteranno a coordinare le locali forze di terra e gli sforzi della coalizione” contro il califfato, come riferito da un’alta fonte dell’amministrazione Usa. Washington ha inoltre deciso di schierare aerei A-10 e jet F-15 nella base turca di Incirlik, nel sud della Turchia. A Vienna il segretario di Stato americano, John Kerry, e il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, iraniano, Mohamed Javad Zarif, italiano, Paolo Gentiloni, l’alto responsabile per la Politica estera dell’Ue, Federica Mogherini, sono tra i protagonisti del summit in un albergo della capitale austriaca, che potrebbe avere un seguito già la prossima settimana. Alla riunione partecipano anche i rappresentanti di Turchia, Gran Bretagna, Libano, Giordania, Arabia Saudita, Iraq, Egitto, Germania, Qatar, Francia, Emirati Arabi Uniti, Oman, Usa e Cina.

L’Iran ha aperto a un periodo di “transizione” di sei mesi che porti a elezioni in cui sarà deciso il futuro di Assad. La Russia ha fatto sapere che alla riunione del Quartetto (Russia, Usa, Turchia e Arabia saudita) sulla crisi siriana, svoltasi giovedì sempre a Vienna, ha consegnato ai partner la lista “dei nomi di praticamente tutti i gruppi di opposizione con i quali parla, con i quali è pronti a comunicare, e che porterebbero essere invitati a incontri tra le forze siriane”. Fonti Onu hanno riferito che, dopo questo summit, Iran e Arabia Saudita potrebbero tornare a parlarsi anche in altre sedi per discutere dei conflitti in Iraq e Yemen. (AGI)


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