Da Vinci’s Demons – 1° episodio [recensione]

Creato il 23 aprile 2013 da Elgraeco @HellGraeco

Visto che sono appena arrivato e le cose si fanno educatamente e per bene, vai coi saluti.
Ciao a tutti, questo è il mio secondo post su Book and Negative dopo il guest-post per la recensione del Tredicesimo Episodio di The Walking Dead, e il primo come co-autore o autore ospite o quello che è. Questa volta vi propongo una serie relativamente nuova, nel senso che se da noi è iniziata questa settimana, negli Stati Uniti sono già all’ottavo episodio. Com’è, come non è, mi è piaciuta oppure no? Beh, scopritelo leggendo, altrimenti che sarei qui a fare? Buona lettura!

Questo lunedì, con un po’ di apprensione ma tanta curiosità, ho guardato la prima puntata di Da Vinci’s Demons, serie creata da David S. Goyer (Batman Begins, Blade, Flash Forward, ecc.) e una coproduzione USA & UK per BBC Worldwide Productions, da noi trasmessa da FOX sull’emittente satellitare Sky.

Certo, direte che la BBC è garanzia di qualità, ma io ancora non lo sapevo e gli unici dati in mano erano quello che mi si diceva da tutte le parti: «Se ti piace Assassin’s Creed lo amerai, altrimenti se cerchi la storia lascia perdere». Beh, ma io Assassin’s Creed non lo conosco e so giusto che è un videogioco, quindi ero un po’ preoccupato di trovarmi di fronte a una tamarrata… e infatti è così, ma una tamarrata divertente!

Mettiamoci l’anima in pace, Da Vinci’s Demons non è un documentario sulla vita di Leonardo né un insulto alla sua memoria. Non facciamo i bacchettoni privi di spirito, è una sorta di ucronia fantastica – o un fantasy storico, come lo definiscono gli autori – su un giovane e scapestrato Da Vinci, un genio ribelle e tante altre belle cose avventurose che vi andrò a illustrare.

Solo una cosa prima d’iniziare, parliamo della versione originale e di quella doppiata.

Ultimamente il pubblico più smaliziato preferisce quella originale, magari coi sottotitoli per darsi una mano, quindi vi dirò la mia opinione sul caso specifico.
Nella versione originale fa un po’ strano vedere – ma soprattutto sentire – attori anglosassoni che interpretano personaggi della Firenze Medicea con la loro particolare inflessione, soprattutto Tom Riley (Leonardo) e gli altri attori britannici. Tanto che, vedendo il trailer originale prima del telefilm, mi era scappata la definizione “Florence Upon Thames” riguardo l’ambientazione. Quando usano parole italiane poi l’effetto straniamento si acuisce per via della pronuncia, ma è una cosa di poco conto che non dovrebbe inibirvi o infastidire (comunque, adesso che viene trasmessa da Sky, la potete vedere anche doppiata).
Comunque parliamoci chiaro, sempre meglio un «Maesthrow!» con accento british che la recente tendenza nazionale alla caratterizzazione fatta da nostri doppiatori coi dialetti regionali, o la fastidiosa inflessione alla Clouseau per i personaggi francesi. Tranquilli, qui vengono tutti doppiati in perfetto italiano – persino il personaggio turco ha solo una vaga inflessione incerta – ma è anche vero che non si è ancora visto un francese, quindi incrociamo le dita.

  • Bene, ma la trama?

Firenze si ritrova in braghe di tela quando viene assassinato il Duca di Milano, unico alleato in grado di fornire un esercito per difendere la città dalle mire di Sisto IV, a sua volta alleato con Napoli e quindi pronto a fare di questa città di eretici un bel falò. Però non è tutto, il Papa cerca anche il misterioso Turco, (Alexander Siddig, che io – da bravo trekkie – ricordo principalmente per il ruolo del Dottor Julian Bashir in Star Trek: Deep Space Nine) a sua volta sulle tracce del famigerato e a quanto pare importantissimo Libro delle Lamine (Book of Leaves, nell’originale), testo fondamentale di una società segreta nota come I Figli di Mitra, di cui fa parte lo stesso Turco che invece incappa proprio nel nostro Leonardo, al quale rivela che la madre che non riesce a ricordare, e che sparì misteriosamente quando era ancora piccolo, era in realtà una schiava turca. Non bastasse questo, gli fa altre promesse di fare luce sui misteri del suo oscuro passato.
Oltre a questi intrighi c’è anche l’incauta passione di Da Vinci per Lucrezia Donati (Laura Haddock), la favorita di Lorenzo Medici (Elliot Cowan). Sì, lo so, Leonardo era gay (con buona pace di Povia), ma uno sguardo e un commento su un giovane modello fa capire che questa cosa non è stata dimenticata, solo “ridimensionata” o chissà, forse messa da parte per il futuro. Dalla sua parte ha l’assistente Nico (Eros Vlahos), giovanotto buffo e impacciato che vale come intermezzo comico, e Zoroastro (Gregg Chillin), affascinante gaglioffo che gli procura cose illecite come cadaveri per gli studi anatomici e altre cosette. C’è anche Vanessa (Hera Hilmar), modella giovane e disinibita che riserva qualche sorpresa sul finale, ma che non vi voglio rovinare. Insomma, la formula anche se ormai nota pare solida, e la storia promette sviluppi interessanti fin dalla prima puntata, che speriamo non vengano disattesi.

  • Sì, ma questo Leonardo, com’è?

Beh, come volete che sia? È una seria d’avventura, quindi è un personaggio avventuroso. Giovane, si presenta sfrontato e ambizioso in giacca di pelle… no, non è Renzi. Anche se operano entrambi a Firenze, Riley è molto più gnocco. Questo Da Vinci è un genio come l’originale, ma è un prodotto della nostra epoca più che della sua, pensato per l’intrattenimento e che non ha nulla a che vedere con la ricostruzione storica. Come ho già detto, è un personaggio alternativo come in questi anni ce ne sono stati altri nel cinema (Van Helsing, Lincoln, ecc.) o qui sul Web (Cavour e Leopardi, per fare due esempi a me noti). Perciò consideratela come un’avvertenza. Se vi piace questo gioco con la storia, vi divertirete. Altrimenti, se non riuscite a scindere le due cose – e magari vi dà anche fastidio che lo si faccia su schermo, carta o web – lasciate stare, inutile complicare la vostra vita o trollarla a chi invece si diverte.

  • Qualcosa sulla regia e quelle cose lì.

Io non sono un esperto, ma il taglio registico è dinamico con un tono equilibrato tra la commedia e l’avventura. Certo, la preferenza va a quest’ultima, ma senza dimenticare la prima che la stempera nel modo giusto, impedendole di prendersi troppo sul serio diventando pesante e insostenibile. La fotografia presenta scene dal taglio “moderno”, come la sequenza nella quale Leonardo libera tre storni dalla gabbia e, mentre la scena si svolge al rallentatore (tipo Matrix, per capirci), disegna rapidamente alcuni schizzi del moto alare, della dinamica del volo eccetera, tutti alternati come animazione grafica al girato, un effetto gradevole per rendere il concetto del genio all’opera. Genio che qui, essendo un fantasy storico, va anche un tantino oltre l’originale, infatti crea una colombina meccanica che vola autonomamente per accendere i fuochi d’artificio al Carnevale di fine Quaresima, cosa che a me ha ricordato un po’ Bubo in Scontro di Titani (Clash of the Titans, 1981), ma non sto a dire se fosse voluto o no perché magari è solo psicopippa mia.

  • Conclusioni.

Ve l’ho detto. È fantasy. È ucronico (forse anche negli esiti storici, staremo a vedere). È divertente. Se una di queste tre cose vi interessa, allora potrebbe fare al caso vostro. Io continuerò a guardarlo, voi fate come meglio credete, ma una possibilità vi consiglio di dargliela. Ammetto di essere partito un po’ prevenuto; temevo di annoiarmi, di trovare una tamarrata vuota e piatta, una mezza ricostruzione storica farlocca o un’irritante operazione fallimentare di qualche tipo. Beh, mi sono dovuto ricredere, e anche in fretta. Il tono leggero ma ben giocato, gli interpreti azzeccati e tutto il resto, hanno creato una dimensione nella quale ci si dimentica in fretta dell’altro Leonardo, quello dei libri di storia eccetera, e s’impara a scindere le due cose. In una parola, funziona. Buona visione.


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