Per quelli che non avessero letto le recensioni precedenti o si fossero persi l’intera serie in TV – a parte un WTF ma allora che ci fate qui? – sono annunciati spoiler a pioggia come rane egizie, mentre per tutti gli altri: sapete già tutto quanto, perciò ci limiteremo a fare un po’ di ripasso/gossip sui nostri eroi. Buona lettura.
Hell mi suggeriva tempo fa di fare un confronto tra i personaggi della serie e la loro controparte storica, ma io sul Rinascimento sono abbastanza ignorante, quindi scopriremo quella roba tutti insieme.
Sappiamo poi che Leo non era odiato dal padre com’è invece nella serie, ma accolto e bene accetto in famiglia, e che la sua nascita venne registrata dal nonno, anche lui notaio come il padre: «Nacque un mio nipote, figliolo di ser Piero mio figliolo a dì 15 aprile in sabato a ore 3 di notte [attuali 22.30]. Ebbe nome Lionardo. Battizzollo prete Piero di Bartolomeo da Vinci». I suoi genitori, Piero e Caterina, non erano sposati (e per questo motivo non poterono presenziare al battesimo del figlio), la madre tuttavia non scomparve misteriosamente. Piero «possedeva […] un podere, ad Anchiano, dove la madre di Leonardo andrà ad abitare. […] Per Piero si stavano preparando ben altre nozze, mentre per Caterina fu cercato, nel 1453, un marito che accettasse di buon grado la sua situazione “compromessa”, trovando un contadino di Campo Zeppi, vicino Vinci, tale Piero del Vaccha da Vinci, detto l’Attaccabriga, forse anche mercenario come il fratello Andrea». Certo, questo Attaccabriga non sembra esattamente materiale da Figli di Mitra, ma la licenza poetica a volte è lieve come un pachiderma che ti calpesta il mignolo del piede.
In sostanza, queste sono le origini del Leo storico, poi ci sono il nostro e la nota Tartaruga Ninja. A noi però non interessa il rettile, perciò restiamo a giocare in casa. Casa però è anche Firenze, funestata dalla Congiura dei Pazzi datata 26 aprile 1478, quando Leo aveva 26 anni.
Sì, ma era davvero lì?
Beh, era a Firenze, dove tra l’altro venne veramente processato per omosessualità, ma due anni prima: «L’8 aprile 1476» quando «venne presentata una denuncia anonima agli Ufficiali di notte e de’ monasteri contro diverse persone, tra le quali Leonardo, per sodomia consumata verso il diciassettenne Jacopo Saltarelli, residente in via Vacchereccia (accanto piazza della Signoria). Anche se nella Firenze dell’epoca c’era una certa tolleranza verso l’omosessualità, la pena prevista in questi casi era severissima: l’evirazione per i sodomiti adulti e la mutilazione di un piede o della mano per i giovani. […] gli imputati furono tutti “absoluti cum conditione ut retumburentur”, “perdonati (o liberati) salvo che non vi siano altre denunce in merito”. La denuncia riporta come comunque Leonardo, a quella data, fosse ancora a bottega da Verrocchio». Quindi, a parte lo scarto storico e l’impianto processuale, questa cosa accadde davvero.
Invece il suo coinvolgimento nei fatti rocamboleschi della Congiura, e delle politiche signorili, sono pura fiction. D’altra parte, chiunque abbia visto la colomba robot che svolazzava nel primo episodio (come Bubo in Scontro di Titani, 1981), avrà capito che qui si fa intrattenimento fantastico, non storia. DV’sD è dichiaratamente un fantasy storico – con FANTASY tutto in maiuscolo e storico in minuscolo – ed è ben chiaro per chiunque assista almeno a un episodio.
Risulta anche un legame col nostro Leo: «Alcuni fogli dei codici vinciani mostrano poi studi per consulenze militari e ingegneristiche, richieste probabilmente da Lorenzo. Il 29 dicembre 1479 Leonardo ritrasse il cadavere impiccato di uno dei responsabili della congiura dei Pazzi, Bernardo di Bandino Baroncelli (l’assassino di Giuliano de’ Medici), confermando un legame con la Casa Medici», e qui vi ho regalato un altro spoiler, ma dai che tanto lo sapevamo.
Il Lorenzo televisivo non assomiglia per niente – nei tratti fisici, tanto per cominciare – a quello storico, e pare anche poco riflessivo nel suo agire, impulsivo e iracondo. Viene lasciato quasi sullo sfondo, tanto per fare colore e dare palcoscenico libero a Leo. Peccato, perché un grosso calibro del genere poteva essere impiegato e gestito meglio, alla fine – dopo averci detto e mostrato che Giuliano era quello sbruffone e ingenuo – sembra quasi che il fratello meno sveglio sia proprio il Magnifico, e non il compianto fratello minore. Lorenzo si lascia infinocchiare da Lucrezia “Mata Hari” Donati, non capisce che Leo ha un flirt con lei, che ha ucciso la spia sbagliata e più in generale che gli passa tutto sotto il naso senza che ciò gli provochi il minimo sternuto. Deve vedere l’anello di lei appeso al collo di lui per convincersi d’essere becco. Non ci fa una bella figura, per niente. Ma dopotutto questo è Da Vinci’s Demons, non De’ Medici’s Demons.
Risulta anche che fu poco amata dai fiorentini, perché di carattere religioso e mentalità ristretta, poco o per nulla umanista com’era invece il marito, che continuava a preferirle la Donati, pur avendo figli solo da lei. Chissà che spasso.
Ecco, la Clarice storica mi fa un po’ pena, noia e tristezza, mentre quella televisiva è una tosta, interessante, affascinante, intrigante e in generale che meritava di essere vista molto, molto di più. Un personaggio ben concepito – e con licenze poetiche a strafottere – che è stato purtroppo relegato in seconda fila, a discapito della miagolante gatta morta Donati. Per la prossima stagione, più Clarice e meno Lucrezia, vi prego! No, eh? Va beh, ci ho provato.
Lanciato come personaggio insopportabile, scemo come una gallina e irritante come una verruca, è diventato – episodio dopo episodio – più simpatico e sveglio degli altri, pure di Leo. Ma il vero Giuliano com’era? «Giuliano era appassionato delle arti e della cultura. Partecipò al torneo in piazza Santa Croce cantato da Agnolo Poliziano nelle Stanze per la giostra, dove i contendenti si disputavano un ritratto della bellissima Simonetta Vespucci, che fu vinto proprio da Giuliano. Simonetta, una delle donne più belle del Rinascimento, musa di Botticelli e Piero di Cosimo, morì prima di lui, a soli ventidue anni, e pare che tra i due ci fu una storia di amore cortese. Da Fioretta Gorini invece, figlia del corazzaio Antonio Gorini, ebbe un figlio illegittimo (1478), Giulio de’ Medici, nato un mese dopo la morte del padre e dichiarato legittimo per matrimonio clandestino dal nipote di Giuliano, Papa Leone X (nel 1513). Anche Giulio divenne a sua volta cardinale e papa, con il nome di Clemente VII».
La storia con Vanessa e il suo bambino potrebbe essere ispirata a quella con la Gorini? E chi lo sa! Probabilmente no, visto che notiamo non poche discrepanze tra la storia e la trama. Qualcosa infatti non torna se il nipote, Leone X, diventa papa e riconosce la legittimità di Giulio nel 1513, visto che Lorenzo e Clarice – allo stato attuale della storia – non hanno ancora figli maschi. Beh, licenze poetiche o timeline alternativa, non ho idea di cosa accadrà del figlio di Vanessa, né se sia questo Giulio, comunque avremo tutta una stagione per vedere come si evolverà la soap-opera, anche se Giuliano ci mancherà un bel po’.
Non so voi, ma in ogni caso, a me il Sisto IV – o Darth Sixtus – di DV’sD piace un bel po’, è il classico legale malvagio che controlla tutti quanti, che cerca di corrompere Leo e trama per estendere l’ombra dell’Impe– di Roma sulla ribelle Firenze. Fico. Il vero Sisto IV – come quello televisivo – fu un gran nepotista, e di nipoti ne aveva parecchi visto che ne nominò sei come cardinali, mentre agli altri che vollero muoversi in politica procurò cariche e signorie (come il già accennato caso di Riario, con Imola e Forlì). Per quanto riguarda la politica estera, ci fu un fallito assedio a Smirne in Turchia (ecco forse dove hanno pescato il livore per gli odiati turchi) e un altrettanto fallito tentativo di accorpamento con la Chiesa Ortodossa, oltre a qualche battibecco – diciamo così – con Luigi XI di Francia su politica e religione, oltre all’emanazione di una bolla con la quale acconsentì all’Inquisizione Spagnola nominando un inquisitore a Siviglia. Un simpaticone, insomma. Sulla faccenda con Firenze non voglio dire troppo, ma non la prese bene e possiamo aspettarci tuoni e fulmini, zolfo e lapilli, per la prossima stagione.
Caso vuole che di tutti questi, Zoro sia proprio quello che mi sta più simpatico (ha anche questo giochino simpatico sulla pagina ufficiale in cui ti legge i Tarocchi). Sfotte tutti quanti – Leo soprattutto – come vorrei fare io, perciò lo ritengo quasi un emissario della mia voglia di mandarli a girare di quando in quando. Nico mi è quasi indifferente, se non di quando in quando, nei suoi rari momenti ispirati. Mi è invece simpatica Vanessa, ex suora ora gaudente e portatrice di una filosofia serena, anche se serena ultimamente lo è stata poco per via del giulianicidio di cui è stata testimone e quasi-vedova.
Sul Turco, cosa dire?
Lui, l’Abissino, l’Ebreo e anche Cosimo, son lì a far mistero, come la Sfinge.
«Qual è il suo potere?»
«Beh, è terribilmente misterioso».
«Tutto qui? È questo il suo potere? È misterioso?»
«TERRIBILMENTE misterioso!»
– Mystery Men, 1999.
Non so cosa pensare dei Figli di Mitra, sono una di quelle cose che stanno lì a far colore come la scenografia e non si scoprono più di tanto, anzi quasi per niente. Così come il padre di Lucrezia e fratello del Papa, una roba da Maschera di Ferro che ricorda i Moschettieri di Dumas. Staremo a vedere.
Sì, è vestito, accontentatevi.
La vera rivelazione però – per motivi che adesso vi dirò – è stato Federico da Montefeltro, Duca di Urbino. Ricordate la puntata in cui Lorenzo, Piero Da Vinci e lui parlavano in una sauna, e il gran batacchio Ducale stava in bellavista? Beh, parecchia gente se la ricorda, infatti siamo stati invasi da chiavi di ricerca che miravano al Ducal Banano. Ora, con buona pace dei fan di Montefeltro, sappiate che esiste solo quella scena. Il Duca di Urbino è riapparso solo vestito di tutto punto, quindi arrendetevi. Potete forse sperare in una prossima stagione, ma dubito che Federico vi farà la lap-dance o lo spogliarello, comunque sono servizievole e vi informo – anche se vi bastava una capatina su IMDb – che l’attore si chiama Vincent Riotta e quindi potete rivolgervi direttamente, per così dire, “alla fonte” nella speranza di altre pose artistiche (oppure potete cercare online tutti gli screen-shot che vi pare, ma dovete rimuovere Safe Search dalle impostazioni, altrimenti Google non vi mostra le cosacce). Federico da Montefeltro è quindi campione d’incassi per la prima stagione di Da Vinci’s Demons, di lui però – essendo personaggio più che secondario – non vi faccio la scheda, ma potete curiosarvelo nell’apposita pagina della malvagia Wiki.
Con questo è tutto, via al voto e ai commenti, e a rileggerci alla prossima stagione! Grazie per aver seguito queste recensioni e ci leggiamo presto con altre, dovrei infatti partire a breve con quelle sulla sesta stagione di True Blood. Cari blogspettatori e blogspettatrici, è stato un piacere. Ciao!