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Da Zeffirelli a Franconi Lee. L’Aida notturna in scena al Regio di Parma

Creato il 25 gennaio 2012 da The Book Of Saturday

Da Zeffirelli a Franconi Lee. L’Aida notturna in scena al Regio di Parma

Avevo lasciato l’Aida di Giuseppe Verdi all’ultima scena, datata 2006. Era alla Scala di Milano e la folla in estasi ricoprì con tredici minuti di applausi il regista Franco Zeffirelli. L’aveva già rappresentata, a partire dal 1963, ma nella più recente si lasciò andare con un eloquente «Questa è l’Aida delle aide». Quell’Aida l’ho ammirata poco tempo fa, in Dvd (che non è la stessa cosa), oltre tre ore di opera. Direi colossale.

Avevo anche pensato di farci una recensione, lasciata impolverare per un po’ di tempo, e alla fine ho mollato. Più di tante parole, rimasi scioccato dalla mole di cose da poter dire che alle fine ho preferito abbandonare l’impresa. Più di tutto però mi rimase impressa la grande sfarzosità dei costumi, e la quantità di strumenti in scena, coordinati dal direttore Riccardo Chailly. Quell’Aida che comprendeva anche un paio di balletti della coppia Roberto Bolle-Myrna Camara, insomma, Zeffirelli non lasciò nulla al caso, riempita la scena con il top di quello che poteva un regista chiedere all’opera contemporanea.

Non sto neanche a citare prima, seconda voce, chi faceva cosa. Vado al dunque. Quell’Aida quasi mi irritò per la sua immensa maestosità. Un’opera che 40 anni prima non sarebbe stata così, figuriamoci ai tempi di Verdi. Per carità, gli applausi grossi della platea, gli onori nel foyer, tutto resterà per sempre nel solco del teatro contemporaneo. Ma come la vedeva l’Aida il suo creatore, Giuseppe Verdi?

C’è chi pensa al rispetto della tradizione e dell’originale. Un errore ammissibile, per fruizione. Perché oggi non leggiamo Platone come lo leggevano i suoi contemporanei, e neanche vediamo più le Rane di Aristofane come venivano rappresentate ad Atene nel 400 a.C. Tornando all’Aida, in questi giorni al Regio di Parma va in scena la rappresentazione del regista Joseph Franconi Lee, più a dimensione domestica, più notturna, più economica ma non meno di qualità e interessante di quella delle grandi scene. A livello musicale il merito va al direttore e concertatore Antonino Fogliani. Che mi ha colpito per questo suo pensiero: «L’Aida mi provoca un interesse continuo, la scrittura è così immediata e consequenziale che non riesco ad isolarne alcuni passi. Immagino di aprire un libro e cominciare a leggere e il preludio è un invito a leggere questa storia, con un’introduzione sognante che è l’emozione più forte. Ci sono delle suggestioni incredibili e l’intera opera è così concatenata e armoniosa che è difficile isolare un momento. Verdi ha l’abilità, pur avendo una grande orchestra, di usarla raramente tutta insieme, se non nelle grandi esplosioni emotive. È un’opera che ha il binomio tra la sontuosità e l’eleganza delle parti cameristiche. Ho chiesto all’orchestra e alle voci di rispettare il più possibile tutti i dettati verdiani perché in questa partitura oltre al valore delle note, Verdi ne scrive anche il valore drammatico e abbiamo cercato di restarne fedeli il più possibile».

Pensieri che vanno nella stessa direzione di quanto pensai appena mi intrattenni con la meravigliosa creatura del duo Zeffirelli-Chailly. Entrambe sarebbero da vivisezionare, per farne un campione di quanto il teatro può lasciare interpretare, e allo stesso tempo come un’opera vecchia di secoli, può stuzzicare l’ingegno e offrirsi all’osservazione da angolature a tratti opposte. Di seguito la locandina dell’Aida al Regio, da venerdì 27 gennaio a sabato 11 febbraio.

AIDA

Opera in quattro atti su libretto di Antonio Ghislanzoni.

Musica di GIUSEPPE VERDI

Personaggi Interpreti

Il re d’Egitto CARLO MALINVERNO

Amneris, sua figlia MARIANA PENTCHEVA

JUNHUA HAO

Aida, schiava etiope SUSANNA BRANCHINI

TIZIANA CARUSO

Radamès, capitano delle guardie WALTER FRACCARO

HECTOR SANDOVAL

JI MYUNG HOON

Ramfis, capo dei sacerdoti GIOVANNI BATTISTA PARODI

GEORGE ANDGULADZE

Amonasro, re d’Etiopia, padre di Aida ALBERTO GAZALE

VITTORIO VITELLI

Una sacerdotessa YU GUANQUN

Un messaggero COSIMO VASSALLO

Maestro concertatore e direttore

ANTONINO FOGLIANI

Regia

JOSEPH FRANCONI LEE

da uno spettacolo ideato da

Alberto Fassini

Scene e costumi

MAURO CAROSI

Coreografie

MARTA FERRI

Luci

GUIDO LEVI

Maestro del coro

MARTINO FAGGIANI

ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO REGIO DI PARMA

Assistente alla regia Davide Gilioli; Costumista assistente Luigi Benedetti

Responsabile dei servizi musicali Elena Rizzo

Direttore musicale di palcoscenico Fabrizio Cassi; Maestro di sala Simone Savina;

Maestro di sala e palcoscenico Claudio Cirelli; Maestro di sala e alle luci Maria Vittoria Primavera;

Direttore di scena Paola Lazzari

Scene, Costumi, Attrezzeria Laboratori del Teatro Regio di Parma; Calzature Pompei 2000 (Roma);

Parrucche Mario Audello (Torino); Sopratitoli Prescott Studio srl (Scandicci, FI)

Per la fornitura delle arpe si ringrazia SAVI Maestri Liutai Italiani

Direttore di produzione Tina Viani; Direttore tecnico Luigi Cipelli; Consulente per gli allestimenti scenici Paolo Calanchini

Complessi artistici e tecnici del Teatro Regio di Parma

Responsabile macchinisti Francesco Rossi; Responsabile elettricisti Andrea Borelli; Responsabile attrezzeria Monica Bocchi;

Responsabile fonica Alessandro Marsico; Responsabile sartoria Marco Nateri;

Responsabile trucco e parrucche Graziella Galassi; Ispettore di palcoscenico Learco Tiberti



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