Dai “flipback” agli innovativi “BBooks”: le nuove frontiere dei libri

Creato il 01 febbraio 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

I libri sin dall’era di Gutenberg sono sempre stati sfogliabili, dai primi codici agli incunaboli e alle cinquecentine, e molti di essi anche tascabili fino a raggiungere con il tempo la completa dematerializzazione, come ad esempio un volume scannerizzato e trasformato in file pdf. Ed è con l’avvento del digitale e dei nuovi formati, ad esempio ePub o pdf, che i libri diventano touch, non retroilluminati e con e-Ink, inchiostro elettronico. Ed è così subito corsa ad accaparrarsi l’ultimo modello di eBook Reader che non è solo più leggero di un tradizionale libro, ma soprattutto permette di portare sempre con sé un’intera libreria.

Ma le novità non mancano mai. Nel panorama editoriale, nello scorso mese di maggio, ha infatti debuttato un nuovo formato pocket: flipback. Questo innovativo progetto firmato Mondadori è stato presentato per la prima volta al pubblico e agli appassionati di libri, al Salone del Libro di Torino. L’intera collana flipback è ottimale per portare più di un libro sempre con sé in tasca, in borsa, da poter sfoggiare come un gioiellino nel palmo di una mano in metropolitana, su un autobus, in treno. Un nuovo formato che stravolge la tradizionale esperienza di lettura, in quanto devono essere letti in verticale, sfogliandoli dal basso verso l’alto e non tradizionalmente da destra verso sinistra. Si tengono in una mano e la carta su cui sono stampati ha la caratteristica di essere molto sottile. L’idea del flipback nasce in Olanda, da un sistema brevettato da un editore specializzato in Bibbie.

Ma l’idea altamente innovativa che va a rivoluzionare il concetto di “libro” ed il suo archetipo è dell’editore milanese Alessandro Curioni che con l’aiuto dell’architetto e design Giulio Ceppi è riuscito a realizzare la sua intuizione. E successivamente è il fotografo Giovanni Gastel che con i suoi scatti trasferisce in modo immediato ed eccellente l’innovatività dell’idea. I “BBooks” nascono quindi col ripensare completamente alla forma, ai materiali e alle funzionalità del libro, realizzando vere e proprie opere di design. Nove sfere esclusive in legni pregiati componibili al cui interno custodiscono un rocchetto su cui è avvolto “un tessuto non tessuto” che si estende dagli otto ai dodici metri e su di esso è stampata l’intera opera.

I libri realizzati sono tutti rigorosamente in lingua originale: Il Principe di Machiavelli, Flatland di Edwin Abbott, i Canti di Leopardi, l’Inferno di Dante, On the duty of cilvil disobedience di Henry David Thoreau, Alice’s Adventures in Wonderland, De Brevitate Vitae di Seneca, Amore e Psiche di Apuleio, The Tragedy of Hamlet, Prince of Denmark di Shakespeare. Ogni opera sarà contrassegnata da numeri e legni pregiati.

Nove i legni diversi adoperati, ad esempio il palissandro per Il Principe, non a caso legno dei principi e dei re, utilizzando negli arredi dei Savoia, l’ebano macassar che trae origine da una terra vulcanica per l’Inferno di Dante, ed ancora l’acero fiorito, ulivo, zebrano. Anche il numero assegnato ad ogni opera, a partire dallo zero, segue criteri prestabiliti, ad esempio il sette corrisponde a Giacomo Leopardi per il numero di anni di “studio matto e disperatissimo” che corrisposero agli anni compresi tra il 1809 e il 1816. Questa prima collana è intitolata “Gaia”, la dea primordiale che emerge dal Caos, e per indicare la Terra, richiamando la caratteristica forma sferica.

Gli BBooks sono manufatti di lusso, un connubio unico di design e tecnologia e si pongono tra passato e futuro, coniugando innovazione e tradizione. Da un lato è un ritorno alle origini, al papiro che era conservato in rotoli, i cosiddetti “volumen”, dall’altro risultano essere altamente tecnologici, prevedendo anche un sofisticato sistema anticontraffazione. Infatti, all’interno del legno della sfera è inserito un chip che certifica tramite un’applicazione per smartphone l’autenticità e l’unicità dell’oggetto-libro.

Prendendo in prestito dalla fisica, la legge della conservazione della massa di Lavoisier è proprio il caso di dire: “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”.



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