L’ironica e spregiudicata autobiografia di una donna irriducibile: dalla Firenze degli anni Venti alla Heidelberg di Jaspers; dalla clandestinità, alla guerra antifascista; dall’incontro con il patriota Emilio Lussu, alla ricerca di grandi poeti da tradurre, dal ’68, alle lotte femministe e a quelle del popolo curdo e più recentemente ambientaliste. La storia di una donna che non voleva essere considerata speciale. Una donna vitale, intelligente, coraggiosa che, raccontando se stessa svela pensieri e passioni, denunciando, con una semplicità e immediatezza spesso disarmanti, verità enormi e problemi di tutti i giorni, sia politici che umani. Ecco una lettura dei fatti vissuti in prima persona che, con parole semplici e toccanti fa aprire gli occhi su realtà importanti e profonde: dal rapporto uomo-donna a quello genitori-figli. Attività politica, interessi personali, affetti, identità sociale, speranze concrete per il futuro: tutto questo era Joyce Lussu, senza mai perdere la sua vitalità, il suo entusiasmo, il suo pensiero e la sua ricerca personale, mai come ora un vero punto di riferimento per tutti.
Joyce Lussu, ovvero Gioconda Salvadori, nasce a Firenze l’8 maggio 1912, da genitori marchigiani con ascendenze inglesi. Insieme al fratello entra a far parte del movimento "Giustizia e Libertà" e nel 1938 incontra Emilio Lussu, con cui condivide la drammatica e spericolata vicenda della clandestinità nella lotta antifascista. Vive da protagonista i primi passi della Repubblica Italiana; promotrice dell’Unione Donne Italiane, milita per qualche tempo nel Partito Socialista Italiano e nel 1948 entra nella direzione nazionale del partito. Muore a Roma il 4 novembre 1998, all’età di 86 anni.
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