Dal burlesque al bondage

Creato il 21 aprile 2012 da Albertocapece

Il burlesque, da Chaucher a Dita von Teese, impazzava a Palazzo Grazioli e dire che noi, ingenerosi, lo avevamo scambiato per un volgare bordello dove si consumava l’orgia del potere. Ma si sa errare è umano. Così umano che ci siamo cascati ancora una volta e forse pentiti della nostra malizia, adesso siamo disposti a considerare salvifico il bondage che si pratica a Palazzo Chigi.

La frusta della babbiona incompetente – la Fornero per gli amici – che adesso non sapendo più cosa fare con gli esodati, sui quali ha sbagliato tutto, vorrebbe  che le aziende li riassumessero. E le corde del professor Monti che alla ricerca disperata di quattrini che non ha, ma che ha promesso all’Europa, assediato dallo spread che non ha intenzione di scendere significativamente, ormai si aggrappa a tutto e ha pensato all’Imu bis. Una tassa di scopo, perversa invenzione prodiana, che nasconde al suo fondo l’idea che la tassazione locale non ha scopo. Ma in questo caso uno scopo  preciso ce l’ha: aumentare le imposte senza dirlo apertamente, prendendo come sempre dal serbatoio dei ceti popolari ed erodendo quelli medi.

Ma la punizione più raffinata di questi master è un’altra: quella di affermare ad ogni nuova castroneria, che se non ci sono loro finiamo come la Grecia. Certo è una bella tortura dirlo visto che al contrario, grazie a loro la fine della Grecia è assicurata. Sbertucciati ormai persino nei templi del liberismo, da noi indossano la veste dei taumaturghi e dei luminari. Bè diciamo che le parti si sono invertite: adesso sono i potenti e non più le veline che indossano il camice del medico impietoso perché gli astanti ubbidiscano. Alla fine non siamo usciti dal burlesque, solo che non ce ne accorgiamo.