Magazine Diario personale

Dal diario delle vacanze estive del gatto Semolino

Creato il 21 luglio 2015 da Povna @povna

Caro diario,
oramai è arrivata l’estate, e con lei davvero un gran caldo – sono lontani purtroppo i ricordi del bel freschino dello scorso anno quando, senza rinunciare alla stagione, me ne potevo stare a pancia all’aria in cortile all’ombra della grande ortensia senza il timore di finire arrostito.
Quest’anno invece va così, e io, sotto tutto il mio bel pelo a righe, soffro. Ma devo ammettere che la bella stagione ha portato con sé qualche nota positiva. Innanzi tutto, le finestre sono sempre aperte: così io passo la mattina a frescheggiare su quella che dà verso la strada, e a chiacchierare con gli altri miei amici – umani, cani e gatti. Lo scorso weekend, quando qui a casa c’erano sia Thelma, sia la ‘povna in visita, ho presentato loro alcune delle persone che frequento abitualmente, e devo dire che sono rimaste allibite dal livello della mia vita sociale nel quartiere.
Un’altra cosa positiva è l’alto numero di lucertole che passeggiano in cortile: sembrano lì apposta per me, penso. Cacciarle è molto divertente, e io sono bravissimo. Di solito, le catturo sul fare dell’alba, e le porto in omaggio a Thelma (e, quando c’è, alla ‘povna) sulla rimbocca del lenzuolo, mentre sono a letto. Mi sembra di fare un atto gentile, e anche dovuto, in questo modo. Non capisco solo perché di solito non la prendano tanto bene. Allora un po’ le mangio, un po’ le nascondo sotto il tappeto, per i momenti di magra, quando Thelma è fuori per lavoro tutto il giorno, e a me viene un certo languorino alle sei del pomeriggio. Peccato che poi quando lei le trova prima di me le butti via, non mi è riuscito ancora di spiegarle che non deve.
Una cosa divertente di questa estate è stata che la ‘povna è venuta su a trovarci lo scorso fine settimana, e ci siamo divertiti tanto. Lei voleva portarmi con sé a nuotare, ma alla fine ho declinato, mi faceva un po’ paura, tutta quell’acqua. In compenso ho aiutato Thelma con il cambio di stagione (che quest’anno ha fatto tardi). E’ stato davvero molto, molto stancante. Per fortuna che poi mi sono potuto riposare sui vestiti da mettere via, appena lavati di fresco, e devo dire che ho dormito davvero molto bene.

Semolino-Armadio

Ma la cosa più strana – all’inizio un po’ faticosa, e che non mi era piaciuta, devo ammettere – è successa la settimana scorsa. Dopo una telefonata concitata con la moglie dello zio Matto, infatti, Thelma mi ha afferrato e mi ha messo nella gabbietta, a tradimento. Non l’ho gradito affatto, ma lei non mi ha ascoltato, e si è precipitata sopra un taxi. Di lì, su un treno, dove si soffocava dal caldo. Alla stazione nota ho visto mamma ‘povna, che era venuta a salutare Thelma, e mi ha dato per fortuna un po’ di acqua, ché, dalla mancanza di aria, mi veniva da tremare. Poi abbiamo preso un altro treno, e siamo arrivati nel paese-che-è-casa, e poi dallo zio Matto. Lì mi sono riconfortato un po’, perché oltre a lui c’era la zia-Mamma, e Micetta e tutti i cugini gatti, e anche il babbo e la nonna. Ma in casa l’atmosfera era complicata, perché purtroppo – per questo Thelma era dovuta scendere d’urgenza – lo zio Matto non stava molto bene.
Infatti il giorno dopo sono andati, insieme, in un posto che si chiama “primo soccorso”, che è, l’ho capito dai racconti di Thelma, un posto dove ti mettono in un ingresso e aspetti un sacco di tempo; poi esce qualcuno e di solito ti tratta dall’alto in basso, ti dice delle cose bruttissime e ti insulta. Il segreto però è non scoraggiarsi, perché lo fanno solo per metterti alla prova e vedere se sei capace a resistere, perché dopo tre giri di insulti arriva uno in camicia bianca, o verde, e ti parla normale, ti guarda e ti esamina come fa il veterinario (bleah!) quando mi ci porta Thelma, che non mi piace però poi mi dà dei buoni consigli, ti mette delle cose addosso e alla fine tu stai bene. Per fortuna, è stato così anche per lo zio Matto, anche se ci è voluto un po’ di tempo, pensa che lui e Thelma sono tornati a casa solo dopo un’intera giornata, una mattina e una notte.
Lo zio Matto all’inizio, quando è arrivato, stava in piedi ma era ancora strano (più del solito), ma io mi sono messo ai suoi piedi e l’ho curato per benino, che aiuta sempre. E piano piano mi è sembrato che stesse un poco meglio (l’ha detto anche Thelma).
Così, domenica sera ci siamo messi con Thelma alla finestra della camera a guardare le stelle, che nel paese-che-è-casa sono sempre bellissime. E, passato il momento di più grande paura, mi sembra di essere quasi in vacanza. E questa mattina ti scrivo mentre frescheggio sul davanzale di quella stessa finestra.
Certo, la settimana è stata piena di imprevisti, ma, devo dire, essere bello, bello in modo assurdo, un poco, aiuta.

Semolino-Finestra


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