Ecco sono in un momento così, ed è bellissimo.
Moltissimi anni fa, ero all'ultimo anno di liceo, vinsi un concorso letterario. Era un'iniziativa dedicata alle scuole superiori, collegata al premio Grinzane-Cavour. Il compito era commentare due dei libri in concorso, molto diversi tra loro. Vinsi con entrambe i miei commenti, un en plein che, mi dissero non senza sbalordimento, non aveva precedenti. A me era sembrato strano tanto stupore, in fondo non avevo fatto altro che leggere e quindi scrivere, le due cose che mi vengono naturali come respirare. Tant'è, la cosa ebbe una certa eco e mi chiamò Il Secolo XIX, la redazione locale e cominciai a collaborare con loro. Scrivevo di vita notturna, eventi e qualcosina di cronaca. Come dire che avevo 18 anni e potevo entrare e uscire da tutti i locali della città a piacimento, la pacchia.
Poi l'università altrove e la collaborazione terminò. Non avevo dubbi però che quello fosse il mio mondo: gente da conoscere, curiosare in giro, raccontare ciò che vedevo.
Così pochi anni dopo, freschissima di laurea, entrai nella redazione di un minuscolo magazine. Conferenze stampa, incontri interessanti, curiosità pescate in giro e tante cose da scrivere, altro giro di pacchia totale. In più avevo iniziato una collaborazione con un'agenzia di pubbliche relazioni, altre interviste da fare, cose da scrivere, giornate in giro. Guadagnavo niente e mi sentivo la persona più privilegiata delle terra. Non c'era internet, non c'erano tablet e neppure cellulari. Taccuino e penna, poi tornavo in redazione, scrivevo il pezzo su un Mac che adesso sarà in un qualche museo, trasferivo il tutto su floppy (il floppy, mammamia che antica!), consegnavo alla grafica per l'impaginazione, mi siedevo accanto a lei e insieme passavamo in rassegna pagine e pezzi, per produrre il menabò, cioè la bozza di come sarebbe stato il giornale. Preistoria, di cui ho ricordi bellissimi, in cui ero convinta che quella sarebbe stata la mia strada e che fortuna trovarla così subito.
Poi la vita fa i suoi giri, la mia poi si è proprio messa d'impegno per farmeli fare lunghissimi e lontanissimi. Il capitolo giornalismo/inviata si chiuse vent'anni fa, per nuove avventure e oggi faccio tutt'altro.
Però.
Sono convinta che un briciolo del destino che per noi avevamo immaginato resti sempre con noi e a tratti ritorni. Quando accade è pura gioia, almeno per me.
Questo week end tornerò ad essere un'inviata, e lo dico con il cuore che mi batte forte.
Sarò a Mirabilandia per MammeAcrobate , portale di informazione e confronto su maternità e genitorialità, che se non conoscete vi metto in ginocchio sui ceci (hop hop subito a curiosare, please) e da lì vi twitterò le mie giornate, le nuove attrazioni del parco, qualche foto.
Twitterò come @MammeAcrobate e come @LaWising, seguiteci con l'hashtag #MiracheLoop
Niente floppy, niente taccuino, nessun fax da inviare in redazione per anticipare il pezzo.
La rete.
Che in un salto acrobatico come questo è proprio quello che mi ci vuole.
PS. Ci saranno anche Cig e GF, di cui raccoglierò le testimonianze in un livetweet senza precedenti :D :D