È notte, fuori, sul ponte umido Simona si stringe a Lino, che sonnecchia avvolto nel giaccone. Lei sorride, lontana.
Hanno un’unica origine, versi e sospiri di fumo, opalescenti e acri. Mauro ha gli occhi lucidi, nessuno può ignorarlo. Eppure, ciascuno ci prova come può. Eseguo la sua poesia: mi fletto e aggiro l’argomento. Racconto di come ci siamo conosciuti.
Mauro ascolta per un po’, poi (dovevo saperlo, perché mi sono fidata?) dice di non ricordare nulla del nostro incontro.
– Ma, andiamo. Hai detto “I nostri lavori sono così simili”…
– Mai detto niente del genere.
– Come sarebbe, davvero non ti ricordi?
Al silenzio che oppone, mi guardo attorno, smarrita, ma gli altri due hanno già chiuso le palpebre.
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