Si soffoca, immersi nel buio di una nera notte senza nemmeno una stella .
Il vento è rinforzato e mi allontano, scavando con rabbia negli scalmi. Scendo dal tender e mi siedo sulla riva a naso per aria. Ansimo un poco. Strano sentire il terreno fermo sotto i piedi dopo tanto ondeggiare.
– Beccata -, mi sorprende Lino, che mi ha raggiunto a nuoto.
– Ho freddo.
Avrei voluto riceverla, quella stupida domanda, è troppo tempo che mi accontento di essere capita senza parlare.
Lascio che mio fratello asciughi le mie lacrime e ce ne restiamo seduti, ciascuno in compagnia dei suoi pensieri.
È l’alba e sta piovendo, stiamo rientrando dall’isola. Gli altri due si sono già svegliati.
Appena a bordo scendiamo sottocoperta. Lino osserva in silenzio Mauro, che dalla dinette ci raggiunge in cambusa e controlla la strumentazione. Si unisce a noi anche Simona.
Io e Lino cerchiamo di infilarci in fretta abiti asciutti mentre la barca inizia a beccheggiare.
Dalla radio, il bollettino meteo annuncia una burrasca.
(continua)
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