La trilogia de Lo Hobbit nasce dall’idea di Peter Jackson di voler collegare la storia di Bilbo Baggins e il ritrovamento dell’anello alla storia narrata ne Il Signore degli anelli. Peter Jackson, Fran Walsh e Philippa Boyens, profondi conoscitori del lavoro di Tolkien, riescono ad amalgamare bene la storia principale de “Lo Hobbit” con quello che le gira attorno tra racconti incompiuti, appendici e scritti ritrovati di Tolkien.In questa disamina per la rubrica “Dal libro al film” cercheremo di fare un quadro chiarificatore sul lavoro degli sceneggiatori. Ovviamente ci fermeremo al primo film “Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato”.
Occhio agli spoiler!
Il concept originale
di Tolkien per la
copertina de Lo Hobbit
Per quanto riguarda questo aspetto, nel film si avverte meno la “pace” vissuta dai popoli della Terra di Mezzo proprio perché Peter Jackson ha optato per inserire come sottotrama il risveglio del Necromante (Sauron) e il suo intento di ridestare i morti (i Nove), e la sete di vendetta degli Orchi. Non ci sono toni cupi e fin troppo seriosi, ma nemmeno il tono gaio del libro. Questa scelta è stata fatta, a mio avviso, per uniformare e colmare il gap con la trilogia precedente, sebbene l’inserimento della sottotrama stoni un po' con un racconto in stile fiaba
Bilbo (Ian Holm) scrive il Libro Rosso
Il giovane Bilbo (Martin Freeman)
incontra Gandalf (Ian McKellen)
Altre differenze: il prologo iniziale è “colorato” dal regista, che sottolinea l’odio tra Nani ed Elfi, in riferimento al suo lavoro nella prima trilogia; la Chiave conservata da Galdalf viene data a Thorin come nel libro, ma quest’ultimo non ne rimane sorpreso; nel romanzo, il giorno dopo la cena, quando i Nani sono andati via, Bilbo viene sollecitato da Gandalf a sbrigarsi, mentre nel film Bilbo fa tutto da solo.
Il solenne canto dei nani
A casa Baggins i Nani cantano due canzoni, entrambe contenute nella versione cartacea. La prima è “That's What Bilbo Baggins Hates” (Ecco ciò che Bilbo odia) che nella colonna sonora in vendita e nei titoli di coda del film troverete come “Blunt the Knives”, mentre la seconda è la più famosa “Far Over the Misty Mountains Cold”, che è stata inserita nella colonna sonora come “Misty Mountains”.La cena inaspettata a casa di Bilbo è descritta quasi come nel libro, così come tutto ciò che è strettamente legato al libro de Lo Hobbit Quali sono dunque gli innesti e i cambiamenti apportati da Peter Jackson?
Il Prologo
La caduta del popolo dei Nani, l’attacco di Smaug e la storia dei Nani sono solo accennati nel libro Lo Hobbit, ma molto più esaustiva è l’Appendice A punto III de Il Signore degli anelli, intitolata “Il popolo di Durin”.Radagast il Bruno
Radagast fa parte del Bian Consiglio ed è uno degli Stregoni di Arda. Ne Lo Hobbit viene solo citato da Gandalf e non ha nessun ruolo. Peter Jackson ha tratto le azioni di Radagast il Bruno dalle appendici de Il
Radagast (Sylvester McCoy)
Signore degli anelli, dove vengono rivelati molti particolari interessanti inerenti sia ai fatti dealla trilogia che a quelli de Lo Hobbit, che sono poi quelli che vediamo nel film.Radagast e Saruman non si sono mai visti di buon occhio, per questo motivo Saruman lo denigra dicendo che fa uso di “funghi allucinogeni" Inoltre Saruman sminuisce la scoperta di Radagast a Dol Gundur proprio perché da lì a poco tradirà il Bian Consiglio. Se volete sapere di più su Radagast il Bruno, potete leggere le appendici de Il Signore degli anelli, i Racconti incompiuti e le annotazioni de Lo Hobbit annotato.
Il Bian Consiglio
Gandalf (Ian McKellen), Elrond (Hugo Weaving),
Saruman (Christopher Lee) e Galadriel (Cate Blanchett)
sono il Bian Consiglio
La costituzione del Bian Consiglio la si può leggere ne Il Silmarillion
La Cerca di Erebor
“La Cerca di Erebor” è uno degli scritti più interessanti di Tolkien riguardanti i retroscena della Terra di Mezzo, soprattutto della riconquista del tesoro da parte di Bilbo e dei Nani.Questo racconto doveva essere inserito nelle appendici de Il Signore degli anelli, ma fu poi inserito nei Racconti incompiuti, anche sela versione integrale è quella inserita nell'Appendice B de Lo Hobbit annotato, a cura di Douglas A. Anderson, edito da Bompiani.Il racconto viene riportato da Frodo nel Signore degli anelli: egli stesso racconta che dopo l’incoronazione di Aragorn a Minas Tirith (che noi vediamo ne Il ritorno del Re) Gandalf si intrattiene con lui e il resto della compagnia raccontando loro alcuni retroscena. In questo scritto leggiamo dell’incontro (fortuito?) tra Gandalf e Thorin Scudodiquercia, del perché Gandalf aiuti i Nani a riconquistare il tesoro e perché la sua scelta dell'ultimo membro sia ricaduta su Bilbo. Tutto comunque è accennato nel film.
Azog – L’orco pallido
Lo scontro tra Azog (Manu Bennet) e Thorin (Richard Armitage)
La parte che riguarda Azog è l’unica vera “licenza poetica” presa dagli sceneggiatori. Nel film viene mostrata la Battaglia di Nanduhirion, la battaglia più cruenta, violenta e con più vittime tra Nani ed Orchi, avvenuta presso i cancelli di Moria.La battaglia è raccontata nell’Appendice A punto III de Il Signore degli anelli, chiamata “Il popolo di Durin”. Nel film è resa molto bene e senza troppe differenze sostanziali: nel racconto di Tolkien viene scatenatada Tharin per vendicare la morte di Thror, avvenuta per mano di Azog. Nel film invece è lo stesso Thorin a voler riconquistare Moria occupata dai Nani. Coincide bene la nascita del soprannome di Thorin (Scudodiquercia), che tuttavia non è rivelata ne Lo Hobbit ma in una nota dello stesso racconto.
Quello che non combacia per niente è che in questa battaglia Azog viene in realtà ucciso davanti i cancelli di Moria da Dain II Piediferro, cugino di secondo grado di Thorin. Ad Azog come capo degli Orchi succede il figlio Bolg. Durante la Battaglia dei Cinque Eserciti dopo la riconquista della montagna solitaria da parte dei Nani, Bolg uccide Thorin. Nel film invece Azog viene solamente mutilato da Thorin e per vendicarsi va alla sua ricerca. Questa parte è stata aggiunta sicuramente per inserire un villain che facesse parte della trama principale e che impegnasse Thorin e la riconquista del tesoro da parte della compagnia.
Un'ultima annotazione la faccio su due scene madre del libro riportate magistralmente nel film. I tre Troll di pietra, che vedremo pietrificati nel Signore degli anelli, sono uguali al libro e la scena è perfetta. La variante riportata nella trasposizione è che non è Gandalf a far loro perdere tempo fino all’alba, ma Bilbo.
Per quanto mi riguarda sono davvero soddisfatto del lavoro svolto da Peter Jackson e dal suo staff per questo primo film. L’esperienza vissuta con la trilogia de Il Signore degli anelli ha giovato a tutta la troupe: i nove anni passati dal Ritorno del re sono serviti sicuramente a concettualizzare il tempo trascorso e a individualizzare i punti di connessione da portare all’attenzione dello spettatore. Questa nuova trilogia porterà sicuramente delle belle soddisfazioni a noi spettatori e ai produttori - che hanno già incassato molto bene da questo primo film!
Articolo di Bigdrugo
L'edizione italiana
Bompiani del libro