Nell’antica Grecia come già presso i Fenici ad Adone furono dedicate le celebrazioni delle Adonie (tra aprile e maggio), periodo in cui le giovani donne sue devote portavano al tempio piccoli giardinetti in vaso, Herme o Giardini di Adone, a lui dedicati. Coltivati amorosamente per tutta la durata della cattiva stagione erano poi sacrificati al dio rinascente al suo riapparire. Le offerenti si abbandonavano poi ad una gioia sfrenata, danzavano, con danze molto licenziose, intorno agli idoli, per propiziarsi il loro dio.
Di questi riti esiste in Sardegna qualcosa di molto simile: la tradizione di fare “su Nenniri”. Si tratta della realizzazione di un vasetto di germogli, proprio come i giardini di Adone. Un tempo si utilizzava il grano, misto a orzo e semi di lino, oggi “su Nenneri” si realizza con qualunque semenza a disposizione. Le donne sarde, una quarantina di giorni prima della ricorrenza e in questo caso la Pasqua, seminano chicchi di grano d’orzo, lenticchie ed altri cereali, in vasi di terracotta che verrà innaffiato molto di frequente. Il vasetto viene poi conservato in un luogo buio, in modo tale che i germogli, privati della luce, crescano di un verde-giallo chiaro e molto brillante. Quando è pronto, il Giovedì o il Venerdì Santo, i vasi col Nenniri abbelliti di nastri di seta o di raso , vengono collocati sulle balaustre delle chiese, o ai piei della croce di Gesù morto.
Il rito di su Nenneri a Cagliari assume un’importanza particolare per la Pasqua, quando, simbolo di una primavera ormai nel pieno delle forze, viene regalato a parenti ed amici come buon augurio di serenità e fecondità. Su Nenniri ricevuto in dono si pone come centrotavola per il pranzo di Pasqua. Altrove, il grano veniva seminato a fine maggio per essere esposto per San Giovanni, giorno del solstizio, e quindi raccolto per utilizzare i poteri magici che ha acquisito.