Spicchiamo un salto nel futuro, lasciandoci alle spalle le miserie del presente, e immergiamoci nella fantasia di Isaac Asimov, mettendo a fuoco una giornata particolare, quella designata per le elezioni di chi deve governare il mondo. Immaginiamo che sia io il protagonista del racconto di Asimov, espediente banale che mi permetterà di raccontarvi in prima persona come si svolgono queste singolari votazioni. Premetto che sono un cittadino assolutamente comune. Non sono uno che occupa un grado particolarmente elevato nella scala sociale, non sono un banchiere, non sono un manager, non sono un politico, non sono un primario, sono uno che nella vita di tutti i giorni non conta nulla, come lo sono miliardi di persone nel mondo, ma ciononostante sono assolutamente consapevole di quanto sia importante il voto che mi accingo ad esprimere oggi. Difficile da credere per chi è vissuto sotto l’ombra e l’odore del porcellum, lo so, ma abbiate pazienza e il mistero sarà svelato. Dicevo che sono consapevole di quanto sia importante il mio voto per il destino del paese, così importante che non mi meraviglio se uscito da casa la polizia mi scorta verso il seggio. Non mi meraviglio neppure che i giornalisti mi inseguano e le telecamere siano tutte puntate su di me. Eppure sono solo un comunissimo cittadino. La ragione di tanto interessamento attorno a me è semplice, infatti io sono l’unico elettore di un mondo che conta miliardi di anime e il seggio in cui mi sto recando, naturalmente, è l’unico seggio previsto. La verità è che sono stato designato da un computer molto potente, il Multivac (è il computer di tanti racconti di Asimov). Il Multivac mi ha scelto affinché il mio voto sia l’unico voto abilitato a scegliere per conto di tutta la comunità il candidato vincente tra la folla di candidati esistenti.
Vi chiederete a questo punto come sono stato scelto e perché. Il Multivac è un computer grande come un intera città (Asimov non aveva intuito le nanotecnologie, ma nessuno è perfetto) e ha fatto molti progressi negli ultimi tempi. Ha trovato un sistema scientifico infallibile che è in grado di sapere non chi vincerà le elezioni, ma è in grado di individuare un cittadino qualunque che per le sue caratteristiche si inquadrerà senza possibilità di errore nella fetta più estesa di votanti, quella che voterà il candidato vincente. Insomma il paradigma dell’elettore di maggioranza, con un nome e cognome. Se così è, le elezioni non sono inutili, ma è inutile far votare tutti i cittadini con quello che costa; basterà far votare l’elettore scelto dal computer e attendere con ansia lo spoglio del suo unico voto. Il nome dell’elettore, che ho supposto essere io, andrà tenuto rigorosamente segreto fino all’ultimo, naturalmente, sennò finisce che Berlusconi, Bersani , Casini e compagnia bella cominciano a farmi la corte due mesi prima delle elezioni per ingraziarsi la mia simpatia. Quella che chiamano “captatio benevolentiae”. Se avessi questo potere nell’era del porcellum li terrei un bel po’ sulla corda, li farei ballare un po’il tip tap, il Sirtaki e la lap dance per congedarli infine sprezzante con il pollice verso. Tutti a casa. No, niente di tutto questo. Nell’era del Multivac i candidati non sanno che io sono il grande elettore perché il Multivac lo tiene segreto fino all’ultimo ed è incorruttibile. Neppure le tangenti elettroniche lo possono ammorbidire. Dirò di più, neppure io so di essere il grande elettore. Lo apprendo solo il giorno delle elezioni perché sento la polizia che viene a prendermi. Se non fosse stato il giorno delle elezioni sentendo la sirena sarei scappato dalla finestra. Ma oggi è il gran giorno. Ci si può chiedere quale sarà questo sistema infallibile che permette di individuare una persona che esprimerà immancabilmente il voto della maggioranza. Asimov non ce lo spiega, lo lascia intuire però e allora ve lo spiego a modo mio, anche con un po’ di immaginazione. Tutto nasce dai progressi della scienza dei sondaggi e della statistica. Torniamo indietro nel tempo e immaginiamo un sistema elettorale del ventunesimo secolo. Immaginiamo che dopo una votazione si faccia un immenso censimento dei votanti e si registri sul Multivac nome e cognome di ogni elettore e per ognuno una serie di informazioni sulla sua persona: se porta la cravatta, se porta l’orecchino, se guarda Porta a Porta o preferisce i film porno giapponesi, se ama la montagna, se preferisce le bionde, se mangia il pesce con il ketchup, se ascolta Gigi d’ Alessio, se è vegetariano, se dorme senza mutande, se usa il parrucchino, se la bandana e così via. I garanti della privacy storceranno un po’ il naso, ma tanto la privacy è già così calpestata che se ne faranno una ragione. Fatto questo, si guardano le caratteristiche di tutti quelli che hanno votato per il candidato uscito vincitore. Il Multivac è un computer potentissimo e può registrare un’infinità di dati. Poi il computer estrae le caratteristiche più ricorrenti, che siano anche le meno ricorrenti tra coloro che hanno votato il candidato perdente. Naturalmente non basta. Aspettiamo altre elezioni, dove siano altri partiti a vincere e ripetiamo tutte le operazioni. Dopo anni e anni di rilevamenti e incrocio dei dati il Multivac potrebbe arrivare ad avere tante informazioni da possedere tutte le caratteristiche della persona che in un certo contesto sociale voterà conformemente al maggior numero di altri elettori. A questo punto basterà verificare se è vero. Verranno fatte ancora elezioni con il metodo tradizionale dove votano tutti e si verificherà chi ha vinto e per chi ha votato la persona individuata dal Multivac. Data la delicatezza della cosa sarà bene fare ripetute verifiche sperimentali dopodiché sapremo se il Multivac è affidabile. Immaginiamo che il Multivac abbia superato brillantemente la prova. Sarà facilissimo a quel punto dare un nome e cognome all’unico cittadino elettore esponente della maggioranza. Il computer lo estrarrà a sorte tra tutti coloro che hanno i requisiti individuati.
E così è uscito il mio nome. Sono stato designato come il grande elettore. Mi irrita un po’ il fatto che qualunque cosa io decida di fare dentro quella cabina il Multivac l’abbia già prevista. Insomma lui non sa per chi voterò, naturalmente, ma sa che il mio voto sarà uguale a quello della fetta più estesa di votanti. Mi irrita che il Multivac abbia ritenuto in fin dei conti così poco originale la mia scelta da essere per forza “maggioritaria”. Mi fa sentire banale. Mi chiedo se posso prendermi una rivincita almeno parziale sul Multivac. Così non mi arrendo, entro nella cabina e penso che non è ancora finita, ho una carta da giocare per fregare il Multivac. Fuori tutti aspettano in religioso silenzio. Poi nel silenzio generale la folla radunata attorno alla cabina sente tintinnare qualcosa. E’ il rumore di una moneta da 1 euro che mi è caduta per terra. L’ho usata per fare testa o croce e scegliere per chi votare. E’ venuto fuori croce. Posso annunciare finalmente al paese la mia scelta.
Featured image L. Sprague de Camp, Robert A. Heinlein, e Isaac Asimov, Philadelphia Navy Yard, 1944
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