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Dal primo capitolo del diario, ancora inedito (speriamo per poco), di Claudio Crastu

Da Danidom57

Dal primo capitolo del diario, ancora inedito (speriamo per poco), di Claudio CrastuVi prego di dedicare un secondo della vostra attenzione a queste parole atrocemente dolorose del diario di questa persona che ha vissuto molti anni della sua vita da detenuto e che è morto molto giovane un anno fa lasciando molte raccolte poetiche e tanto altro materiale su cui riflettere…

…Ho atteso un’infinità di tempo prima di capire che è necessario che io, comunque, continui a vivere in questi fogli, perché la mia vita non resti un fiore appassito prima di dischiudersi.

Voglio gridare a tutti che vivrò i miei giorni senza nascondermi perché, sebbene io stia morendo aggredito da un male feroce, non posso fermarmi, non mi è concesso stare passivamente ad osservare i miei giorni svanire, senza aggredire a mia volta quella creatura orrenda che mi corrode dentro, spietata e senza controllo.

Desidero lasciare qualcosa che vada oltre lo stesso esistere, allo scopo che chiunque non mi abbia conosciuto sappia che sono esistito e che, nonostante tutto quello che ho commesso, sono un ragazzo di trent’anni che ha passato gli anni più belli a torturarsi, a ferirsi, ad ammalarsi, con una sporca mercanzia, in strade colme di gente indifferente, che si accorgeva di me solo quando gli rubavo qualcosa


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