La Sarraz Pictures è una piccola casa di produzione torinese specializzata in documentari, a cui si devono anche alcuni gioielli di fiction, ad esempio l'inconsueto e geniale Sette opere di misericordia. Tornando ai documentari, un anno e mezzo fa circa durante una proiezione al Museo del Cinema di Torino, avevo avuto l'occasione di conoscere ed intervistare Francesca Balbo, autrice di un delicatissimo documentario sulle ultime casellanti di una linea ferroviaria che si trova in Sardegna, Cadenas. A distanza di diciotto mesi, La Sarraz torna con un nuovo documentario, sempre ambientato in Sardegna, che parla ancora di un mestiere che va scomparendo e dello strano rapporto fra i lavoratori ed un lavoro strano e difficile, ma affascinante.
Dal Profondo è, appunto, un documentario girato da Valentina Pedicini all'interno della miniera Carbosulcis, ormai in via di dismissione (oggi è in fase di chiusura). Sorprendentemente fra i minatori vi è anche una donna, Patrizia, che si fa mentore dell'autrice e dello spettatore in un viaggio all'interno dello strano universo parallelo che si trova 500 metri sottoterra, abitato da personaggi veri, sorprendenti e commoventi.
La pellicola mostra il lavoro all'interno della miniera, la protesta sindacale dei minatori contro la paventata (e in seguito effettivamente attuata) chiusura della miniera e le riflessioni personali di Patrizia e di alcuni dei suoi colleghi, ripresi sempre all'interno delle gallerie scavate nella roccia, a volte amare, a volte ironiche, sempre di un'autenticità commovente, anche quando - come espediente documentaristico - la Pedicini sceglie di "mettere in scena" i minatori riprendendoli mentre chiacchierano, o addirittura facendoli guardare in camera, quasi che la rottura della quarta parete potesse portarci lì, al loro fianco.
Le difficoltà tecniche ed amministrative di girare un film all'interno quella che è pur sempre una azienda, per quanto piuttosto inconsueta, le possiamo solo immaginare. A riprova, invece, della perizia tecnica con cui è realizzato Dal profondo ha vinto il premio come miglior documentario italiano all'ultimo Festival di Roma. Oltre a un soggetto originale e sviluppato con intelligenza, il film può vantare un 'ottima tecnica realizzativa: alcuni dolly sono davvero magistrali, la luce è utilizzata in modo molto suggestivo e con sicura efficacia: in alcune soluzioni mi ha ricordato nientemeno che qualche passaggio di Cave of forgotten dreams di Herzog, forse per l'analoga ambientazione sotterranea. Di grande impatto la scena all'inizio del film con il montacarichi che lentamente scende nelle viscere della terra accompagnato dai pensieri di Patrizia; personalmente ho molto apprezzato anche la scena girata nelle docce con i minatori che cantano - con ottima tecnica, complimenti vivissimi - la Turandot.
Molto suggestiva la sequenza finale, con un ritorno alla luce che sa di sconfitta, con un paesaggio volutamente desolato oltre i mucchi di carbone ormai inutilizzato: il compimento del rovesciamento logico che rende la buia e malsana miniera un luogo quasi sacro, mentre al di fuori non c'è che un territorio ostile.
I "minatori del Sulcis" costituiscono un'immagine un po' stereotipata nell'immaginario comune, Pedicini ci porta a vederli da vicino e ne possiamo così scoprire la dignità, la cultura e il senso di appartenenza che contraddistinguono coloro che hannos celto di fare questo strano mestiere. Un mestiere che - un po' come per le casellanti di Cadenas - forse davvero non ha più senso di esistere malsano, povero e faticoso com'è. Proprio per questo però gli uomini e le donne che per generazioni vi si sono dedicati meritano almeno una memoria dei loro sacrifici e del loro duro travaglio quotidiano e il film in questo rende loro piena giustizia. In calce riporto il programma delle proiezioni italiane nelle prossime settimane; lasciatevi sorprendere da un vero e proprio universo sotterraneo che, nonostante il tema poco accattivante, al termine dei settanta minuti vi avrà coinvolto, interessato e commosso.
2013 - Dal Profondo Regia: Valentina Pedicini Fotografia: Jakob Stark Suono: Martin Fliri Musiche: Federico Campana
Programmazione Gennaio 2014
30 gennaio e 2 febbraio Trieste Cinema Dei Fabbri Via Dei Fabbri 2/A
17 gennaio Bergamo ore 21:00 Teatro Tascabile di Bergamo Via Boccola, ang.Piazza Mascheroni
15 e 22 gennaio Milano ore 18:45 e 21:00 Cinema Palestrina Via Giovanni Pierluigi da Palestrina, 7
15 e 16 gennaio Borgomanero (NO) ore 21:15 (15/01) e 20:30, 22:00 (16/01) Cinema Nuovo Via IV Novembre, 25
dal 10 al 13 gennaio Castelceriolo (AL) ore 21:30 Cinema Macallè Via Marsala, 1