Oggi torniamo al simposio di Sydney per il terzo gruppo di discussione, Ideas of the Literary. Si è parlato, per farla breve, delle possibilità creative della traduzione letteraria.
Si comincia con Eric Abrahamsen (3:07 – 24:00), traduttore letterario e fondatore di Paper Republic, un sito in lingua inglese sulla letteratura cinese contemporanea – generalmente poco popolare tra i sinologi più esigenti e abituati a tradurre testi più antichi e sofisticati. La relazione di Eric è stata una delle più coinvolgenti di tutto il simposio, molto interessante eppure modesta, come piace a me. Eric mescola sapientemente ironia e analisi letteraria e politica, e ho particolarmente apprezzato la sua spiegazione della situazione in cui si trovano gli scrittori cinesi contemporanei, sopraffatti da troppa storia e da una società nella quale tutto viene politicizzato, e intenti a combattere per il diritto di interpretare la società discostandosi da quella che viene ritenuta “l’interpretazione corretta” della stessa. Inoltre mi ha fatto piacere vederlo concentrarsi sulla pratica della traduzione, investigando il ruolo del gusto personale e l’equilibrio fra uso della lingua e storia nella creazione di una letteratura di qualità- Se vi interessa sapere dove stia andando la letteratura cinese, non perdetevi la sua relazione, e visitate Paper Republic.
Segue la relazione di Simon West (25:15 – 47:05), poeta e traduttore, che ha tradotto la poesia di Guido Cavalcanti in Inglese, mica roba da poco. Simon si è concentrato sul ruolo della traduzione e della poesia tradotta, analizzando il concetto di “letteratura nazionale” opposto a quello di “spazi letterari internazionali fluidi e aperti,” esplorando le idee di “traffico culturale” e “negoziato letterario.” La letteratura internazionale è inestricabilmente legata alla pratica della traduzione, e Simon spiega anche come la traduzione della poesia e la composizione poetica siano due attività strettamente connesse. Simon ha certamente un taglio più accademico rispetto ad Eric, e magari per i non addetti ai lavori sarà più difficile stargli dietro, ma ogni traduttore interessato a riflettere sulla traduzione non potrà che apprezzare la sua relazione.
Brian Nelson, professore emerito di Francese e di Traduttologia alla Monash University e presidente di AALITRA (Australian Association for Literary Translation) ha concluso il gruppo di discussione (48:30 – 1:11:00), concentrandosi sull’incapacità da parte degli accademici di riconoscere appieno il valore della traduzione letteraria. La sua ottima relazione è un esauriente monito riguardo importanza vitale della traduzione per lo sviluppo della letteratura. Brian Nelson auspica che ci si lasci alle spalle il paradigma delle letterature nazionali, persino l’idea delle letterature post-nazionali, per ragionare in termini trans-nazionali. Le sue similitudini e metafore ci dimostrano per quale motivo sia professore emerito, e non potrete che adorare la sua che alla traduzione, cugina povera della letteratura, venga negata la cittadinanza all’interno del paradigma nazionale. Per non parlare dell’idea che la traduzione sia il sistema circolatorio della letteratura. Dall’idea goethiana di Weltliteratur al cosmopolitismo di Kundera, Brian Nelson spiega molto chiaramente perché i circoli accademici dovrebbero cominciare a prendere maggiormente sul serio la traduzione letteraria. Buon ascolto.
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