Data la vicinanza geografica con paesi come l’Africa subsahariana, la Siria le regioni magrebine, l’Italia e in particolare Lampedusa, è diventata, sempre più negli anni, il luogo dove gli immigrati cercano rifugio da condizioni di vita precarie. L’immigrato giunge spesso in Italia per sfuggire a condizioni di vita pericolose, non solo per cercare lavoro. Il lavoro è condizione sufficiente affinché un immigrato venga regolarizzato in Italia e ottenga dunque il permesso di soggiorno. Il governo italiano stabilisce ogni anno, attraverso il decreto flussi, quanti cittadini stranieri non comunitari possono entrare in Italia per motivi di lavoro. La manodopera straniera rappresenta una componente fondamentale, ad esempio, del settore primario nel nostro paese, sono circa 128 mila i lavoratori extracomunitari occupati nelle campagne, come anche delle colf e badanti.
Dunque, la maggior parte degli stranieri giunge in Italia per svolgere lavori poco qualificanti o per fuggire a condizioni di vita spesso disumane o senza speranze. Nonostante ci siano interventi di politica attiva volti a favorire l’inserimento dell’immigrato nel nostro paese, si fatica ancora molto a considerare il fenomeno migratorio come una risorsa per la nostra nazione e non solo come un problema da risolvere nei centri di accoglienza. Oltre a rappresentare una risorsa culturale, attraverso il bagaglio esperienziale che ogni uomo porta con sé dal proprio ambiente, i migranti rappresentano anche una risorsa economica, in Italia si contano 2,3 milioni di lavoratori immigrati che dichiarano al fisco 43,6 miliardi di euro di redditi.
Ma guardando le immagini del video del CIE e se torniamo indietro di qualche mese alle centinaia di morti nel naufragio del 3 ottobre, non possiamo fare a meno di chiederci come nello stesso Paese sia possibile conciliare politiche che considerino i migranti una risorsa e le immagini dei luoghi deputati alla loro accoglienza. Certo è che se quello stesso paese non è in grado di dare certezze ai propri cittadini giovani, disoccupati, precari e pensionati, risulta difficile comprendere come possa garantire dignità a accoglienza allo straniero.
Alessia Gervasi