Dall’albania a cuba la poesia di pierfranco bruni in esemplari traduzioni e incontri a tirana e a cuba

Da Lalunaeildrago
Altri testi di Pierfranco Bruni sono stati tradotti sia in albanese che in spagnolo per un prossimo incontro fissato sia a Tirana, il 7 aprile, sia a Cuba nel mese di maggio. I testi in spagnolo verranno presentati a Cuba nell’ambito di attività per promuovere la cultura italiana  tra Cuba e Santo Domingo. La lezione ermetica nel processo letterario di Pierfranco Bruni ha segnato un preciso riferimento sia letterario che strettamente linguistico. La traduzione di alcuni testi confermano la linea ermetica e soprattutto le poesie che verranno presentate a Cuba presentano delle strutture che hanno rimandi, in modo particolare, a Garcia Lorca e ad un Ungaretti della prima stagione. Ma il mondo andaluso è nella realtà culturale di Pierfranco Bruni come lo è il dato letterario albanese e la cultura albanese alla quale Bruni, sul piano storico – critico, ha dedicato diversi saggi e libri. Così come a Garcia Lorca ha dedicato importanti scritti ed è stato uno dei poeti che lo hanno formato. Insomma tra il mondo andaluso, catalano, mediterraneo e quello albanese e balcanico si inserisce il modello poetico di Pirfranco Bruni. Un itinerario che ha caratterizzato tutto lo sviluppo e la ricerca che Bruni ha condotto nel corso di oltre quarant’anni. Anche il romanzo “La pietra d’Oriente” avrà una nuova traduzione e a lavorare su queste pagine sono alcuni studiosi dell’Università di Bucarest dove Bruni terrà una conferenza il 30 maggio.
ALCUNI TESTI POETICI TRADOTTI IN ALBANESE
7 Se le mie mani  Ndëse duart e mia Hanno toccato il tuo viso  nganë faqen tënde Nell’ora del freddo  tek hera e t’ngritit È perché quando mi hai cercato  qe sepse kur ti m’kërkove Non ero con te.  me tij u s’isha. Non ho rimorsi  Po s’kam pendime Perché tu mi hai insegnato  pse ti më mësove Che bisogna essere come le aquile  se ka t’jihet si shqiponjat Che volano oltre ogni nebbia  çë fjuturojën mbatanë çdo mjergulle E vivono l’attesa  dhe rrojën pritjen Con il coraggio delle distanze  me guximin e largësivet Tra la pietà e l’indifferenza.  ndëpër lipisisë e indiferencës Namasté!  Namastè! Mi hai detto il giorno  më thé atë ditë Che mi mostrasti una pietra di sale  çë m’buthtove një gur kripje Custodita da anni negli angoli della nostra casa:  të vluar ka vite te jirat e shpisë sonë: “Ama con la passione del guerriero  “Duaj mirë/Dashurò me ëndën e luftarit E quando l’amore comincia     e kur pra malli A piegare le foglie  është po t’ulënj fletat Non indugiare a lasciare il porto  mos mënò t’e lësh limanin Per altri orizzonti.  për horizonte të tjerë. Ci saranno altri destini  Do të jenë të tjerë fate Altre storie e altre donne  historì të tjera e t’tjera gra Altre avventure  ndryshe aventura Che ti racconteranno la vita e la favola  çë do të t’rrëfejën jetën e përrallën Tu avventuriero che sfidi il tempo”.  Ti aventurièr ç’mate me motin”. Accolgo  E marr Come se fosse una preghiera  sikur t’ish një lutje Questo tuo pensare.  këtë mendimin tënd. Ora che non ci sei più  Nanì çë ti s’je më Padre mio  oj tata im So che ho bisogno  e di se m’lipset Di raccogliermi in un silenzio di epoche  të mbjidhem te një qetësì motesh Per ascoltarti lentamente  për të t’gjègjënj daledalë Con i segni che mi hai consegnato  me shënjet çë më lëshove(dhe/lé) Nelle strette dell’alchimia  nëpër rugat alkimike Dei tuoi sguardi assenti.  të vrejtimevet të tu të bjerrë -----------------------------------------   1.
Forse  Thomse A ricordare il vento  ndë kujtonj (vo) ajrin Ascolto  gjègjënj Il gioco della tua voce  lozjen e zërit tënd Che segna  çë shënon La vita dei giorni camminanti.  jetën e ditëvet çë ecjën. Ora  Nanì Ti avverto  të ndìenj Come un volo d’aquila  si një fluturim shqiponje Nello spazio  te hapësira Che ha raccontato  çë rrëfyejti In un solo attimo  te një thërrimë herje Il tuo e il mio tempo.  motin tënd e timin. -----------------------
2. Sono stato  Vajta A raccogliere  e mblodha Rami secchi  dega të thata Nel giardino delle rose sfiorite     te kopshti i trëndafilevet t’shkuara E i tuoi passi  dhe hapat e tua Sono il silenzio  (janë) qetësia Che è strazio di mancanze.  (ç’është) helm mungèsash (gabimesh) Ho toccato l’uragano  Ngava monostrofin Nella notte  tek nata In cui io tu e mia madre  kur u, ti e mëma ime Soltanto tu mia madre ed io  vet ti, mëma ime e u E nessun altro  e mos më njerì Abbiamo custodito  kemi ruajtur La tua ultima notte  natën tënde të sprasme Nella casa     te shpia Della palma strappata.  e palmës së shqyer. ---------------------------------------
3. E’ triste    Hjidhishëmështë   Viverti  të t’rrohet afër Sapendoti distante.  kur dihet se je larg Non è vero  S’është vërtet Che i morti  se të vdekurit Ci vivono accanto.    na rrinë mbanë I morti  Të vdekurit Misurano  masjën Semplicemente  vetëm L’assenza  faregjënë Tra rughe di nostalgia.  ndëpër dhilpash malli. ----------------------- (da “Come un volo d’aquila”, Nemapress, 2013).

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