Dall’amministrazione podestarile alla democrazia

Creato il 19 febbraio 2015 da Cultura Salentina

19 febbraio 2015 di Vincenzo D'Aurelio

di Vincenzo D’Aurelio

Il trentennio magliese nello studio di Mario Andreano

La letteratura storiografica sulla città di Maglie è, nonostante la drammatica scarsità di fonti antecedenti il Quattrocento, abbastanza vasta. Tra la fine del Settecento e per tutto il Novecento la storia cittadina è stata oggetto di importanti ricerche a carattere microstorico il cui contributo ha permesso di svelare buona parte delle antichità comprese tra la fine del XV secolo e il principio del XIX. Per quanto concerne il Novecento, il contributo allo studio del periodo è stato episodico e la non sistematicità delle notizie non ha permesso una lettura organica dei fatti occorsi in quegli anni. Mario Andreano, fine studioso e storico magliese che ha all’attivo numerosi ed editi contributi di storia contemporanea, con la pubblicazione del suo ultimo lavoro dal titolo “Maglie. Dall’amministrazione podestarile alla democrazia, 1919-1946” (Fondazione “F. Capece”, Maglie 2014) pone non solo fine a questa disarmonia ma apporta anche numerose notizie sinora sconosciute e frutto di un tenace lavoro di ricerca durato circa un ventennio.

Lo studio dell’Andreano, pertanto, è rilevante sia sotto l’aspetto della “novità”, sia per il contributo dato alla conoscenza del passato cittadino. Il lavoro dell’autore è così puntuale e preciso tanto da poter essere considerato non solo some una sorta di continuazione dello studio fatto da altri sui secoli precedenti ma anche come eredità di quel metodo di ricerca microstorica legato al rigore della prudenza e della notizia documentabile. Tra gli altri meriti, l’autore ha quello di aver lavorato e scritto con il distacco che si addice a chi vuol narrare e analizzare i fatti alla luce delle evidenze risultanti dalle fonti. Nessuna pagina del suo studio, difatti, pecca di parzialità e nessuna riflessione è mistificata dal suo personale sentire. L’affidabilità storica del lavoro di Mario Andreano è evidente; le fonti non sono giornali o stampa partigiana bensì documenti di inappellabile veridicità: relazioni e verbali dell’archivio storico del Comune di Maglie, relazioni e verbali del Comitato di Liberazione Comunale, discussioni in seno alle sezioni di partito appena costituite, archivi privati di esponenti politici magliesi, comunicazioni del Prefetto ecc. È una messe di fonti credibilissime dalla cui intersezione prende forma quel momento storico che, alla fine, è sempre il riflesso nel locale di ciò che avvenne a livello nazionale.

Nello studio di Mario Andreano la città di Maglie appare saldamente legata alla politica nazionale, sia nello spirito e sia nell’establishment delle amministrazioni, tanto da mostrarsi fedelmente incarnata in ogni aspetto della dottrina fascista. Maglie, difatti, personifica la politica del fascio con il contributo tangibile di quella borghesia agraria che in esso trovava lo spazio per tutelare e accrescere l’egemonia economica e politica, e lo ideologizza attraverso la scuola; proprio in quel Liceo “Capece” dove docenza e dirigenza profusero ogni sforzo per la fascistizzazione della gioventù studentesca. Nomi di illustri magliesi compaiono tra gli attivisti e i simpatizzanti della politica mussoliniana e, accanto a questi, i nomi altisonanti della borghesia magliese interessata, qualunque sia il vento che spira sulla Nazione, a garantirsi sempre il ruolo politico ed economico. Nel ’46, la stessa sarà la protagonista di quel processo di epurazione, o meglio defascistizzazione delle cariche pubbliche, che dalle righe dell’Andreano appare più come un vero e proprio processo di riabilitazione per quelle stesse persone che, riciclandosi nei partiti di ispirazione monarchica e cattolica, troveranno ancora una volta la loro riaffermazione sociale e politica. Di controparte sarà proprio il popolo magliese ad esprimere la fiducia in tali dirigenze ma, come fa capire l’Andreano, non sembra una fiducia di natura prettamente politica formatasi sullo sfondo di un’ideologia conservatrice quanto, invece, di una fiducia ispirata dalla garanzia di “pane e lavoro” che giusto le stesse erano in grado di assicurare.

Basterebbe riflettere su quest’ultimo aspetto per notare che il lavoro di Mario Andreano, pur scavando nel passato prossimo della città, raccoglie elementi ancora individuabili nell’attualità e specialmente in quel fare politico non più legato al bene e al meglio della comunità quanto alla garanzia di un interesse personale. È noto che il valore dello studio storico è quello di aiutare a comprendere il presente e perciò, tra i tanti meriti, credo che Mario Andreano, con questo suo libro, abbia validamente contribuito.

Maglie, 03/02/2015


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