La decisione segue di pochi giorni la polemica suscitata dal rifiuto delle autorità portuali di Ushuaia di ricevere le navi da crociera Adonia e Star Princess, per esporre la bandiera delle Bermudas, altra colonia inglese. Una escalation cominciata un paio di mesi fa, con l’accordo stipulato dai paesi del Mercosur, dell’Unasur e dell’Alba di non ricevere nei loro porti imbarcazioni che battono il vessillo delle Falklands. Un accordo a cui, successivamente, si sono uniti anche alcuni paesi caraibici, facendo diventare di fatto le acque sudamericane luogo ostile per gli interessi britannici.
Il governo argentino ha incrementato le misure anti-inglesi dopo le dichiarazioni del Primo ministro David Cameron che ha declinato ogni negoziato sull’arcipelago ed a seguito dell’arrivo del principe William, impegnato nelle manovre militari nell’Atlantico sud.
La controffensiva britannica per il momento avviene attraverso i canali diplomatici, nelle sedi degli organismi internazionali e dei mezzi di comunicazione. La settimana scorsa sono apparsi nei principali quotidiani latinoamericani –quelli più conservatori-, gli interventi di storici e ambasciatori inglesi che si sono sbizzarriti nel dimostrare come e perché le Falklands sono territorio britannico (anche qui abbiamo trattato questo tema, propendendo per la tesi argentina: http://www.mauriziocampisi.com/si-scrive-falklands-si-legge-malvinas/). Pressioni, intanto, vengono fatte sull’Unione Europea, perché cancelli gli aiuti per lo sviluppo all’Argentina, pari a 100 milioni di dollari. I giornali inglesi pubblicano anche i risultati dell’inchiesta voluta dal Canale Itv, secondo cui il 61% degli intervistati sarebbe d’accordo ad un nuovo intervento militare.
A margine, intanto, è intervenuto anche Roger Waters che suonerà il 7 marzo al Monumental di Buenos Aires. Intervistato nei giorni scorsi dalla televisione cilena, ha dichiarato che le Malvinas sono argentine: ¨quella guerra salvò la carriera politica della Thatcher¨, ricorda (http://www.guardian.co.uk/uk/2012/feb/29/roger-waters-falklands-argentinian-interview). Waters, già nel disco dei Pink Floyd, The Final Cut –era il 1983-, aveva attaccato la Thatcher, ritenendola responsabile dell’affondamento dell’incrociatore argentino General Belgrano (¨Oh Maggie, Maggie, what have we done?”, cantava). Il 2 aprile ricorrerà l’anniversario di quella sciagurata guerra, voluta dalla retorica della dittatura e stroncata dall’arroganza colonialista. Dopo trenta anni i nazionalismi non sono ancora sopiti.