In particolare, la scoperta effettuata dai ricercatori australiani comporta l’uso di atomi di idrogeno nei pannelli solari per sopperire ai difetti riscontrati nelle celle di silicio.
Come conseguenza, il silicone di scarsa qualità offre lo stesso rendimento dei ‘wafer’ di alta qualità. Come ha dichiarato il direttore del Centro, Stuart Wenham: ” “Il trattamento rende il silicio di basso costo oggettivamente migliore del materiale della migliore qualità usato attualmente”.
I wafer di silicio rappresentano infatti più del 50% del costo dei pannelli solari. ”Usando silicio di bassa qualità si può abbattere drasticamente la spesa – ha aggiunto Wenham – Siamo riusciti a scoprire il segreto che permette all’idrogeno di agire nella maniera desiderata”.
[foto da magazine.liquida.it]