Dalla A di arte alla Z di Zumba: alla scoperta di Miami con Agnese

Creato il 25 aprile 2013 da Danny @StoriediViaggio

Agnese è una mia amica. Come tale, è una ragazza adorabile, ça va sans dire. Oltre che adorabile è una di quelle persone fortunate che, come si dice degli attori “vive tra …(un posto) e …(un altro)”.

Nello specifico Agnese si divide tra Bologna e Miami. La mia esperienza in Florida mi ha visto fermarmi a Tampa; l’unica immagine di Miami ce l’ho dai telefilm pieni di sparatorie e dai racconti di chi ci è stato da turista. Sulla pagina Facebook di Agnese si trovano foto di palme, spiagge, alligatori, spettacolari tramonti sui grattacieli e queste immagini mi hanno fatto venire l’idea di proporle una mini-intervista: il punto di vista su Miami da parte di chi ci passa diversi mesi all’anno, ci lavora, la conosce.

Dritti al punto: cosa consiglieresti di vedere a chi viene a Miami? cosa c’è di imperdibile?

Non mi perderei Wynwood, un quartiere pieno di murales meravigliosi, nella downtown. E’ poco più di una strada ma qui ci sono le gallerie che lavorano con gli artisti emergenti di Miami e il secondo sabato del mese aprono al pubblico. La strada si riempie di musicisti e per mangiare ci sono i “trucks”, camion un po’ come i nostri furgoni del piadinaro…che propongono però cibo di ogni tipo, dai sandwich con formaggi raffinati, alla cucina orientale, dagli hamburger al giapponesi. Io vado sempre da quello dei formaggi! L prima volta che si vede Wynwood sembra un luogo un po’ degradato, ma dopo un po’ che stai lì, lo ami.  Intanto stanno aprendo dei locali sempre più di tendenza. Ma per la maggior parte della persone, Miami è Miami beach. Poi c’è South Beach che è… una bella Milano Marittima. Una strada turistica, Ocean Drive, locali, bellissime case in stile Decò, molte sono diventate alberghi, tutto è tenuto bene. Tutti vanno lì; non sanno nemmano che esiste la downtown. Invece la cosa più bella è passare tra le due parti, lungo i ponti che uniscono downtown a Miami beach; ad esempio il ponte MacArthur, dal quale si vedono le navi da crociera. Se guidi la sera sul ponte e se sei fortunato, puoi incrociare una nave mentre esce dal porto; la vedi navigare vicinissimo a te, è enorme, tutta illuminata e “suona”. E’ un’atmosfera magica.

L’idea di Miami come di una città pericolosa, tutta sparatorie, omicidi e narcotraffico è reale? o ce l’abbiamo solo perché abbiamo visto troppe puntate di Miami Vice e CSI?

Come in tutte le metropoli americane anche a Miami ci sono questi quartieri, dove non ci si va quando viene buio.  A volte questi quartieri sono vicini a zone frequentate e molto tranquille; ad esempio il panorama cambia molto da un lato all’altro della Biscayne boulevard. Little Haiti ad esempio è una delle zone nelle quali io la sera non passo. A volte la polizia chiude intere strade o isolati, e fa controlli a tappeto per ore…chi c’è, c’è! In questo senso ricorda le atmosfere dei film. Capita di vedere inseguimenti in spiaggia, file di macchine della polizia coi lampeggianti accesi, una volta ho visto una poliziotta che ha fatto fermare un tipo affiancandolo in macchina, è scesa e gli ha puntato la pistola. Poi ha controllato la patente e l’ha lasciato andare, forse aveva solo superato il limite di velocità.

 E come sono gli americani di Miami?

Molti ispanici, sudamericani, cubani, colombiani, peruviani. A volte mi sono rivolta in inglese e mi sono sentita rispondere che parlano solo spagnolo. E l’inglese non ci tengono ad impararlo. Gli americani sono molto sorridenti, ti salutano, ti chiedono come stai anche se non ti conoscono. Sempre How you doin’? Al supermercato non esiste che la cassiera non ti chieda “Come va oggi?” Questo ti cambia le giornate, è una cosa bellissima. Quando torno a Bologna sorrido continuamente a tutti e la gente mi guarda come se fossi un pazza. Ci metto sempre un po’ a ricordarmi  che qui non si fa.

L’inevitabile domanda: dove andare a mangiare? Da Zuma, ristorante costosissimo la sera, ma se ci vai durante il brunch domenicale è tuttto a buffet: cucina fusion tendenzialmente orientale, ma si possono anche ordinare alcuni piatti. Lo champagne scorre a fiumi. Poi se ci si intrufola nell’ascensore, e si arriva al sedicesimi piano, qui ci sono le piscina del residence Epic, in mezzo ai grattacieli: un posto bellissimo. Io ci sono tre volte, nessuno mi ha mai cuccato!

Una chicca per concludere: suggerisci un’esperienza unica, speciale, fuori da ogni circuito turistico, tipica del Miami Lifestyle:

Provare la Zumba al Daf Studio. Perfetto anche per chi non l’ha mai provata. Non bisogna nemmeno prenotare, si entra e si pagano 12 dollari l’ora a Geovany, che sta all’entrata col suo tavolino e parla solo spagnolo. Niente palestra superattrezzata, non c’è nemmeno la doccia ma gli istruttori sono veri ballerini cubani, di una bravura eccezionale. Ogni volta è come andare a vedere uno spettacolo.


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