E' il 22 di marzo, fuori il sole batte forte e il caldo comincia a farsi sentire, una giornata di quelle in cui tutto si vorrebbe fare tranne starsene in un ufficio di un triste palazzo in un ancora più triste paese della periferia di Milano. E allora cercando di non guardar fuori dalla finestra per evitare l'istintivo gesto di andarsene a fare un giro, 'chè una giornata così andrebbe sfruttata al massimo, succede che si infilino le cuffie nelle orecchie e si riprenda l'infinita lista degli album da ascoltare (lista che ogni giorno si riduce di qualche numero per poi irrimediabilmente tornare ad allungarsi nel giro di poche ore), e capita che tra un disco di black metal abbandonato a metà per questioni di decenza e un altro rimandato ad un ascolto più impegnato di quanto possa succedere in ufficio spunti un nome nuovo, quello di Marco Spiezia, letto di sfuggita meno di un paio di mesi fa e un titolo rimandato a data da destinarsi per uno stupido pregiudizio da prima impressione più che per altri motivi.
Il pregiudizio era dettato dal mix titolo+copertina, perchè vedere un album intitolato "Smile" e con la più classica faccina da sms stampata in copertina ricorda un aborto musicale come "XD", album del 2008 dei Lost, e la risultante reazione iniziale è stato un alquanto stupido "Lasciamo stare, sarà l'ennesima schifezza da teenager" che ha relegato "Smile" nella famigerata lista. Succede però che avendo come indole basilare il voler approfondire prima di criticare si dica "Ma sì, ascoltiamolo!", perchè in fondo "Smile" è un EP e 3 pezzi passano in fretta, così si corre il rischio, tanto come diceva Jovanotti qualche anno fa, "E' un giorno di sole, niente mi può fare male". E' lì, in quel preciso istante, dopo meno di due secondi dall'inizio dell'ascolto che ci si rende conto che il pregiudizio era totalmente infondato e che il nome di Marco Spiezia merita di essere approfondito....
Nato nel 1983 a Sorrento e finito a vivere in Cornovaglia a 15 anni, Marco riceve l'amore per la chitarra e una certa influenza musicale in eredità dal padre, appassionato del grande rock e del cantautorato italiano, ma ben presto impara ad ascoltare ed amare tutta la musica dal pop più leggero al rock più aggressivo e graffiante e ciò non può che influire in maniera positiva sulla sua musica.
"Smile" è il debutto del cantautore sorrentino, un EP composto da tre pezzi registrati insieme alla squadra composta da Michael Hatton alla chitarra, Peter Ibbetson alla batteria e Marcus Penrose al basso e che anticipa la prima sfida ufficiale sulla lunghezza del Long Playing attesa con molta probabilità prima della fine di quest'anno. Tre brani dal ritmo coinvolgente tra i due e i tre minuti e mezzo di durata che mescolano con bravura e grande cognizione di causa generi apparentemente diversi, si va dal jazz al pop, dallo swing al folk, il tutto con un costante senso di allegria e di leggerezza che fa tanto estate e che fa battere il piede a tempo già dal primo istante. La title track, a cui è affidata l'apertura del disco, accosta alla perfezione il ritmo divertente e spensierato con un testo che potremmo riassumere con un "Don't worry, be happy", consiglio difficile da seguire di questi tempi che però certamente male non fa, la successiva "Scaramouche" si riferisce con ogni probabilità a Scaramuccia, personaggio scaltro e superbo della commedia dell'arte, mentre il terzo e ultimo brano, "Apple tree" è una metafora non troppo velata verso il sistema in cui viviamo, dominato dai grandi imperi finanziari e dalle banche, che nella canzone vengono assimilati alla biblica tentazione del frutto proibito, a dimostrazione che l'artista di cose da dire ne ha e che nonostante i ritmi ballabili e l'atmosfera estiva non si tratta soltanto di allegre e banali canzonette.
Tre brani sono certamente pochi per poter dare un giudizio vero e proprio, ma quel che traspare dall'ascolto di "Smile" sono l'allegria e la scanzonatezza che danno significato al titolo dell'album e con cui si possono anche affrontare temi importanti ma che soprattutto divertono e impediscono di stare fermi. Insomma la base di partenza è decisamente buona, quel che succederà su una lunghezza superiore ai tre brani non si sa, ma quel che è certo è che c'è un nuovo nome da tenere d'occhio, nel frattempo la giornata volge al termine e quel che un paio di mesi fa stupidamente non era andato oltre la visione della copertina si è trasformato nella sollevante e coinvolgente colonna sonora di un pomeriggio, succede anche nei più tristi uffici di Milano....
Voto: 7,5
Tracklist
1. Smile
2. Scaramouche
3. Apple Tree